Culle

In Italia nella nostra società frenetica  e tumultuosa non c’è più tempo per fare figli. Le culle vuote sono un cruccio per il nostro paese un tempo prolifico. Ci siamo concessi una tregua forse ma sono anni che il tasso di natalità è uno dei più bassi d’Europa. E’ un dramma che avvelena la nostra società del benessere. Non si ha tempo, denaro, spazio per avere eredi, per occuparsi di figli e nipoti. Tutto viene ricondotto alla carriera, al tempo libero e un figlio toglierebbe spazio ad altre occupazioni spesso oziose. Non ha senso continuare a progredire, a produrre se non si ha una continuità. Ci siamo convinti di bastare a noi stessi, ci siamo chiusi per dare importanza solo alle apparenze, siamo ritirati nel nostro bozzolo . Abbiamo messo a tacere persino la coscienza. Nelle giornate dominate dalla fretta tutto precipita verso il nulla. L’anima rabbrividisce davanti a tanta freddezza e indifferenza. Nessuno sente il bisogno di fare una famiglia, in fondo ognuno si prende le sue libertà.

Tuttavia come per tutte le cose esiste il rovescio della medaglia. Ci sono  professori, dottori che vengono pagati con stipendi da fame che in caso di malattia non consentono neppure la sopravvivenza quotidiana. Ci sono insegnanti di ruolo che per pagare l’affitto sono costretti a chiedere soldi alla famiglia di origine. Ci sono mestieri usuranti che lasciano poco tempo da dedicare alla prole specie quando non si ha la possibilità materiale di pagare una baby sittter. Ci sono persone che tornano stanche dal lavoro e che non hanno tempo neppure di guardare la corrispondenza o lavarsi i capelli. Ci sono persone che ogni giorno devono spendere forti somme per questioni di salute e non hanno la opportunità di mettere al mondo un figlio. Molti poi si chiedono cosa si garantisca alle future generazioni visto che viviamo tra degrado, incuria, corruzione e inquinamento. Il mondo ci presenta sempre prove, conti salati.

A tutto questo si aggiunge il proliferare di necessità superflue che sono diventate fondamentali. Ci sono esigenze nuove che costringono le persone a fare salti mortali per avere certe cose. Ai figli bisogna garantire non solo il minimo indispensabile ma il superfluo. Se il figlio non ha certe cose, anche piccole, viene deriso dai compagni, escluso, ferito. Bisogna avere l’ultimo modello di cellulare, il diario firmato. I ragazzini che non hanno certi oggetti sono agitati, tristi, non sono sereni. Allora si preferisce fare un figlio solo per dargli tutto. In passato si facevano più figli ma questi non avevano tante pretese, si accontentavano. La nostra epoca è divenuta esigente, selettiva, spietata. Certe cerchie di amicizia sono inaccessibili per chi non ha certi corredi. Giocattoli inutili giacciono spesso tra la spazzatura nelle strade. Si cerca il lusso, l’oggetto particolare. Persino i neonati hanno la tutina firmata anche se non lo sanno ancora. Per il battesimo si fanno cerimonia in pompa magra. Anche i ceti più bassi vanno alla ricerca delle cose preziose spendendo patrimoni.

Bisogna meditare su questi aspetti della società. Bisogna perdonare chi non fa figli. Spesso non si hanno proprio le possibilità e non si vuole mettere al mondo gente destinata a soffrire per delle mancanze.

Con il tempo forse dissiperemo il concetto stesso di lusso, di shopping. Certi comportamenti ci hanno tagliato le ali, hanno trattenuto la gente dal fare figli.

Un figlio certo è luce degli occhi, una garanzia per il futuro ma per farli bisogna essere puliti dentro  e non solo esteriormente indossando abiti di grandi firme.

 

Ester Eroli

 

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