Defunti

Siamo ormai prossimi alla commemorazione dei defunti, sempre più sottotono. I cimiteri non brulicano più, specie nei giorni precedenti, di gente giunta per l’addobbo delle tombe di famiglia. I legami familiari si sono recisi, i genitori sono separati, divorziati, risposati, i fratelli sono all’estero. il concetto di onore di famiglia non esiste più. Non si tiene più alla reputazione della famiglia, non si tiene più alla tomba che racchiude gli antenati. Man mano che muoiono gli anziani che seguivano la tradizione i cimiteri si spopolano, non registrano più presenze, non fanno il tutto esaurito.

Si preferisce andare in vacanza per il ponte di ognissanti, o andare alla festa dei folletti in maschera. Il passato non viene protetto, ricordato. Con sollievo si gira lontano dai cimiteri per scivolare nel torpore del divertimento. Tutti si muovono per il ponte, vengono inghiottiti dallo shopping, incapaci di ricordare la causa di quei giorni di libertà.

Alcuni giovani ragazzi non sanno nemmeno il significato della celebrazione e davanti alla morte si mostrano inquieti, preferiscono scrollare le spalle e non penetrare a fondo il mistero della morte. Nei cimiteri compaiono solo anziani che si trascinano tra le tombe con i fiori in mano. Tutti gli altri sono sopraffatti dalla smania di viaggi e feste mascherate. Nessuno vuole impegnarsi apertamente, gettare luce nelle tenebre. Nessuno vuole portare un fiore sulla tomba degli antichi padri. La morte che rende fragili è una cosa terribile che va cancellata, creduta invisibile. Orde di giovani aridi e volgari ci passano accanto vestiti da demoni e scheletri e ci fanno paura più dei morti. Mettono in pericolo la nostra pace interiore, ci fanno tremare di rabbia.

Ci vorrebbe forse la festa per i piccoli e il rispetto per i defunti dei grandi. Nessuno è disposto a gridare allo scandalo.

Negli ultimi tempi si assiste a un fenomeno strano ossia quello di isolare il defunto trascurando persino l’accompagnamento e il ricordo. Il morto ormai è un essere inferiore, un salma. Anzi alcuni ragazzi maleducati dicono che andare a un funerale significa attirarsi le negatività, venir perseguitati dalla sfortuna. Spesso usano parlando tra loro parole poco adatte alla circostanza. Ci sono anziani che vengono messi in istituto abbandonati, morti prima del tempo.

I funerali sono sempre più strettamente privati, con poche persone, pochi fiori. Di solito in cappelle private, in quelle delle chiese e dei cimiteri.  Ci sono sempre quelli che non possono partecipare perché hanno l’appuntamento dal parrucchiere o dal gommista. Quelli che partecipano sono passivi, pensano ad altro, chiacchierano dei fatti loro.

In passato nella casa del defunto avveniva un vero pellegrinaggio di gente che portava vivande, pietanze per i parenti, che si fermava a pregare.

Siamo talmente malati che abbiamo perso di vista la realtà credendoci immortali.  A nessuno fa piacere essere dimenticato.

 

Ester Eroli

 

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