Dialogo in famiglia

Negli ultimi tempi è sempre più raro il dialogo in famiglia. I pasti si svolgono lontano da casa, i figli adulti rincasano tardi, quando lo fanno, e mangiano da soli qualcosa al volo evitando di guardare negli occhi i genitori, nonni. Parlare è come fare uno sforzo e nessuno osa farlo per evitare complicazioni. Ci si tiene a distanza, si sta zitti per evitare discussioni.

I giovani si dibattono da soli nelle questioni di tutti i giorni e si distaccano progressivamente dalla famiglia. Per orgoglio i giovani non parlano, non raccontano. Vogliono comportarsi da adulti e mettono al centro solo le loro esigenze. Sono pronti a parlare solo con gli amici. I genitori non parlano per paura di invadere la sfera privata dei figli, per non essere pressanti, per non affliggere.

I genitori dovrebbero conoscere i figli, le loro manie, le loro gioie e dovrebbero invece parlare di tutto, parlare di pedofilia, di omofobia argomenti che non vengono mai affrontati direttamente. I piccoli dovrebbero sapere che esistono maniaci, pedofili. Invece nessuno li informa. Se i piccoli fossero consapevoli potrebbero fuggire. Molti sono i giovani abbordati sui social, per strada, in varie occasioni.

Anche gli insegnanti dovrebbero mandare a chiamare i genitori più spesso, e individuate tic, disordini nervosi degli allievi.

 

Ester Eroli

 

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