Dimostrare di avere fegato

L’autrice di Via col Vento, celebre romanzo da cui è stato tratto il film, quando i giornalisti gli chiesero perché aveva scritto il romanzo rispose che lo aveva fatto esclusivamente per mostrare, descrivere una persona di fegato, alludendo ovviamente alla protagonista Rossella, che sapeva  uscire nelle difficoltà dal fondo del mare. Una donna che in più di una occasione aveva dimostrato fegato. Una donna forte che ammaliava gli uomini per il suo coraggio. Una donna che scacciava i pensieri tristi, puntava i piedi e andava avanti come un treno. Una donna mai ingenua, mai aggressiva. Le sue scelte, anche quelle definitive, denotano forza di carattere, una forza invidiabile. Fortunato era l’uomo che l’aveva amata.

Nel mondo attuale, confuso e caotico,  ci sono molti giovani che si mettono alla prova, che dimostrano fegato, che ci mettono la faccia, che mostrano buona volontà.

Tuttavia a ben guardare ci troviamo davanti ad aperte contraddizioni.

I giovani mostrano fegato nel passare ore in piedi in un concerto, nel praticare sport estremi, nel corteggiare una donna ostile, nel viaggiare a folle velocità, nel girare di notte impavidi, incuranti dei pericoli. Mostrano fegato nel fare lunghe file nei centri commerciali per accaparrarsi abiti scontati che sono solo pezzi di stoffa.  Sono subito pronti a correre rischi quando si tratta di soddisfare un proprio bisogno. Questa realtà nasconde dei vizi.

I giovani si mostrano meno flessibili quando devono accompagnare un parente in ospedale, al cimitero, quando devono fare una puntura , soccorrere qualcuno. Spesso investono qualcuno per la strada e scappano. Non mostrano fegato nelle questioni relative alle malattie, alla morte. Scartano l’idea di accompagnare una nonna al cimitero per una visita, di partecipare a un funerale, di vedere una bara aperta. Per loro alcune cose non sono proprio fattibili. Alcune proposte non le accettano. Se anche si sacrificano si vede bene che non vedono l’ora di concludere, di andare via, di tornare alle loro occupazioni tranquille, ai loro divertimenti . Sono felici lontano da certe questioni troppo pensanti, austere. Certe volte non sono nemmeno riconoscenti verso chi fa certe cose a posto loro. i giovani mostrano questa ambivalenza, sono persone di fegato per certe faccende, per altre sono degli sprovveduti impreparati.

In ritardo abbiamo compreso che i giovani sono più fragile di quello che pensavamo. Sono presi da mille impegni, tempestati da mille stimolazioni. Così mostrano di essere dotati di fegato solo di rado e in rapporto al loro tornaconto personale. Passano ore sotto la pioggia, a prendere l’umidità in spiaggia, sfidando i temporali solo se c’è un riscontro immediato.

Forse dovrebbero imparare dalle persone veramente di fegato, come gli speleologhi che sono anche morti in certe rischiose operazioni , come i santi che prima di morire hanno sofferto come Padre Pio, dagli scienziati che hanno fatto nottate nei laboratori, dalle madri che hanno rifiutato le cure per il cancro per salvare il feto.

 

Ester Eroli

 

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