Eccellenze italiane

Il nostro territorio italiano è ricco di un notevole patrimonio artistico, archeologico. Ogni angolo del bel paese, ogni borgo ha le sue eccellenze, le sue bellezze, i suoi doni di natura, i suoi tesori artistici. Anche il paese più sperduto ha delle opere di pregio, delle architetture di rilievo. Ci sono posti deliziosi sia al mare che in montagna, che in collina dove è possibile ritemprarsi e ammirare le opere che racchiudono. Ogni cittadina promette di essere attraente. I monumenti parlano del passato, suggeriscono idee per il futuro.

In giro per mercatini di Natale ci siamo resi conto tra le luci natalizie, che in Italia specialmente il patrimonio culturale e artistico non è pienamente valorizzato come meriterebbe. Le eccellenze del paese restano nell’ombra come giovani donne tenute nascoste alla luce del sole da re tiranni di antiche leggende. Nel guardarsi intorno ci rendiamo conto di mancanze, di carenze. Ogni scusa è buona per rinviare un lavoro di restauro, di ricostruzione.

Si arriva in un borgo e si scopre che le chiese sono tutte chiuse non aperte al pubblico, che i santuari sono mal collegati o che addirittura  non esiste nessuno collegamento. La visita di certi santuari non può essere fatta e deve essere rinviata. La visita di certi palazzi deve essere rinviata perché non ci sono fondi per consentire la apertura al pubblico. Poi si scopre che si sono sprecati soldi per fiere e sagre. I turisti che giungono in un borgo con una mappa del territorio non possono visitare tutto, ma solo la metà di quello che hanno in programma. All’estero ogni particolare viene evidenziato. In certe città europee vengono fatte visitare dai turisti persino le fogne, i cunicoli sotterranei. Da noi le opere più belle sono inaccessibili, non si possono visitare.

Luoghi archeologici sono lasciati a se stessi tra incuria e degrado. Troviamo sterpaglie, erbacce, spazzatura. Non riusciamo a rendere poetiche le immagini dei nostri monumenti storici. Non sappiamo distribuire risorse in modo adeguato. Non sappiamo mostrare i misteri del talento italiano. Non mettiamo in luce le nostre ricchezze che giacciono nascoste come coperte da uno spesso velo. Siamo portati a trascurare ogni aspetto del patrimonio culturale che potrebbe essere fonte di reddito grazie al turismo. Nella gestione dell’arte siamo lacunosi. Non portiamo in alto la bandiera della nostra nazione in campo artistico. Le opere che affascinano i turisti sono per noi cose banali.

Si fanno conferenze sui grandi artisti, si pubblicano libri ma intanto i monumenti, le chiese, le pievi che ospitano le opere sono chiuse per vari motivi.

Bisognerebbe organizzarsi anche su base volontaria per consentire l’accesso a molti siti storici di pregio e luoghi di culto di ogni epoca.

 

Ester Eroli

 

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