Nella nostra vita spesso ci siamo imbattuti in persone false, violente, meschine per natura. Di alcune di esse ne abbiamo ammirato l’intelligenza provando una scintilla di gelosia ma poi abbiamo scoperto la mancanza di fedeltà, la cattiveria e allora siamo tornati sui nostri passi. Abbiamo odiato la scaltrezza di certe persone, l’eccessiva riservatezza, lo spietato sfruttamento dei deboli. Molti ci sono apparsi dei profittatori, dei disonesti al massimo grado. Molti sono sprezzanti, non amano donare e donarsi. La cattiveria gratuita ci ha acceso i sensi, fatto salire il sangue al cervello. Spesso ci siamo arrabbiati anche con le amicizie virtuali. A un certo punto abbiamo sentito la disperata necessità di vendicarci, di affilare le armi. Chiusi nel nostro bunker privato abbiamo sparato sulla folla coinvolgendo anche chi non era impelagato nella questione. Allucinati senza lacrime, senza pietà abbiamo preteso una ricompensa al nostro patire. Ci siamo allontanati dalle persone con cui eravamo entrati in conflitto anche se non volutamente. Risentimenti, animosità, angustie hanno affaticato il nostro cuore, logorato il nostro stomaco. Non abbiamo avuto voglia di ricominciare daccapo, a perdonare, a capire. Il mondo ci è sembrato opprimente, in disfacimento. Con il tempo, con la maturità abbiamo capito che non serve usare con certe persone toni accesi. Anzi in certe situazioni speciali era necessario essere disinvolti ma silenziosi. Occorre in certi contesti quando si ha a che fare con gente perfida di non mettere benzina sul fuoco, di non alimentare meccanicamente la rabbia, ma di emanare freschezza, vitalità, serenità. Occorre avere un atteggiamento rassicurante, emanare calma, irradiare pace. In questo modo l’altro resta spiazzato. Abbiamo dato all’altro una lezione di nascosto. In questo modo avremo e daremo una illusione di normalità, una parvenza di continuità al rapporto. Una persona sensibile deve difendersi con la calma e la fantasia.
Ester Eroli