EXPO

EXPOGli italiani vengono spesso descritti nei libri di narrativa straniera, specie del secolo scorso, come indolenti, amanti della buona cucina, pigri e oziosi dato anche il clima dolce, passionali e caldi. Gli italiani sembrano in certi contesti incapaci di portare a termine una impresa grande, incapaci di fare grandi passi. I giornali durante i preparativi per l’Expo di Milano, conclusosi da poco nel settembre scorso, non si esprimevano in termini entusiastici e temevano di avere deluse le aspettative. Molte voci giornalistiche avanzavano l’ipotesi che i lavori erano in ritardo e non sarebbero finiti alla scadenza della data di inizio della manifestazione. Molti concludevano, vagamente sgomenti, che sarebbe stato un flop. L’iniziativa era affascinante, ma la macchina dei lavori non sembrava credibile. Pochi erano quelli che all’inizio parlavano con ammirazione dell’evento. Si temevano comunque ritardi, infiltrazioni mafiose, scambi di favori, intrallazzi, intralci di ogni tipo. E’ tipico degli italiani perdersi dietro dettagli insignificanti, dietro questioni di facciata. Il programma non sembrava rispettare la tabella di marcia stabilita. L’eterna domanda era quella del rispetto dei termini e della trasparenza. Il lavoro sembrava impegnativo, l’area vasta. Gli italiani erano scettici circa la riuscita. Si temevano varie problematiche che avrebbero rovinato in maniera massiccia l’evento. La mente evocava realmente casi in cui gli italiani si era persi. La preparazione forse c’era, ma mancava una sana organizzazione. Nell’impulso del momento molti hanno storto il naso con disinvoltura. Poi gradatamente il mosaico si è andato completando piacevolmente. L’expo ha dato il meglio di sé, si è rivelato una vetrina importante per illustrare l’alimentazione nel mondo, per dare suggerimenti e direttive. Il mondo ha scoperto il suo volto in fatto di alimentazione. Si sono scoperti usi locali, usanze, prodotti tipici di regioni e stati lontani. Il flusso di gente è stato ininterrotto. Capi di stato, regine, first lady si sono succedute nell’expo con atteggiamenti cordiali e riservati. Molti hanno visitato l’expo più volte, traendo un senso di familiarità confortante. L’expo è divenuto come un borgo ricco di fascino. Alla fine non ci sono stati rimpianti, rimproveri, drammi. La macchina sembra aver funzionato, salvo eccezione. Le critiche sono state abilmente ricacciate indietro. La gente comune ne ha parlato in termini positivi. Ognuno ne ha dato una sua versione, ma tutti si sono divertiti. In verità gli italiani si sono cimentati con coraggio e l’hanno spuntata solo perché dietro c’era un chiaro e visibile interesse. In assenza di interessi gli italiani non fanno nulla. Come mostrano giardini abbandonati, e pezzi di terra lasciati al degrado in pieno centro che andrebbero risistemati magari solo per farci un parcheggio, una palestra o altro. Gli italiani agiscono solo dietro impulso del dio denaro e del guadagno.

 

Ester Eroli

 

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