Fare il bis

Viaggiare da sempre una sensazione unica, un senso di benessere notevole. Per molti viaggiare è divenuto uno status symbol come un altro. Come si ostenta la fede al dito, l’auto nuova, si ostentano  i viaggi con un accanimento e una morbosità mai visti. Per attirare l’attenzione si mostrano le foto del viaggio sui social, alcuni sono pure ricorsi al fotomontaggio pur di far vedere di essere stati in certi luoghi emblematici che è necessario visitare per forza pena la esclusione da certe amicizie. E’ necessario esibire foto con la torre Eiffel, con il mausoleo di Mao, con la piazza rossa. Ogni meta che manca all’appello è un punto in meno a nostro favore. Non si può rallentare la corsa affannosa. Ogni viaggio deve essere un passo avanti notevole. La gente vanitosa crede che solo il viaggio li fa avanzare agli occhi degli altri. Chi non viaggia resta impantanato nella mediocrità. Ci sono poi quelli che s e un anno non possono viaggiare per motivi economici o di salute sono in apprensione, soffrono di ansia e temono delle gaffe e non sanno cosa dire agli amici che già si stanno preparando per le ferie. A loro costa mentire  ma sono costretti a farlo e messi con le spalle al muro inventano una meta per  darsi un tono, per occultare. Poi raccontano agli amici storie di viaggi mai fatti, si inventano episodi divertenti per rendere tutto credibile, si documentano sul luogo per non farsi prendere alla sprovvista. Vedono itinerari, studiano mappe per attuare il loro piano diabolico quello di mentire dichiarando di essere stati in vacanza. Ci sono poi quelli che si lasciano prendere la mano dalle bugie e dicono di essere stati quindici volte in una città, venti volte in un continente, cinquanta volte in uno stato e  in un paese come se tenessero una contabilità dei viaggi. Molti si fanno un elenco dei posti raccontati agli amici per cambiare la volta successiva. Sembra comunque impossibile che una persona visiti venti volte un luogo, un posto già ampiamente esplorato. Si dovrebbe evitare di dire menzogne tanto sfacciate. Molti con il loro fascino ammaliatore parlano di avventure come consumati turisti per attrarre nella loro orbita gli amici. Molti raccontano con entusiasmo di viaggi mai fatti. Si resta sconvolti da tanta audacia. Molti amici sono talmente spacconi in fatto di viaggi che sentiamo quasi il bisogno di allontanarli e cancellarli come amici. Ci perseguitano con le loro narrazioni e le loro domande. Ci domandiamo dove trovino le risorse da spendere per tornare venti volte e passa in un luogo. Forse sono dei miliardari che viaggiano in incognito.

Se poi una persona vuole ritornare in un santuario e fare il bis viene aspramente criticata come se andasse a sparare a qualcuno.

 

Ester Eroli

 

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