Farsi scudo

Ci sono persone che hanno dei problemi fisici e che ogni giorno combattono con qualche handicapp. Il problema fisico, sia esso leggero, temporaneo  o complesso, diventa spesso un assillo, una ossessione. Molti si piangono addosso. La vita diventa un calvario e si svolge in funzione solo del problema. Ogni discorso, ogni fatto, ogni gioco, ogni festa è legato al problema che non si vuole nemmeno nominare. I ciechi sono quelli più penalizzati che sono costretti a seguire le indicazioni del proprio cane e se vogliono scrivere devono dettare agli altri le loro idee brillanti. Di solito chi ha gravi problemi si chiude, ha pochi amici, si estranea. Ha in mente solo scene di esclusione. Pochi sono quelli che agiscono di getto, che si buttano nella mischia. Sanno che il risultato è sempre lo stesso, non cambia: derisione, discriminazione.

Molti passano il tempo tappati in casa a poltrire. Ogni occasione è buona per rifugiarsi tra le pareti domestiche. E’ difficile in certi casi essere propositivi, invadenti, presenti. Alla fine molti, specie artisti, finiscono per non comporre più, per non fare più nulla di costruttivo.

Ci sono poi quelli che si approfittano del loro stato per avere sconti, benefici. Si fanno scudo con la malattia per ottenere dei privilegi, per percorrere strade spianate. Si crogiolano nell’ozio in attesa di una mano amica. Vogliono vantaggi, riconoscimenti.

In questi casi occorre pungolare, spronare il soggetto in questione e metterlo in condizioni di sentirsi uguale agli altri: una persona normale che deve conquistarsi a fatica il suo posto nel mondo. Con la fatica c’è indubbiamente una maggiore soddisfazione.

 

Ester Eroli

 

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