Fin dove siamo disposti a spingerci per fare carriera?

Fin dove siamo disposti a spingerci per fare carrieraIl tempo che viviamo sicuramente disprezza la debolezza ed i perdenti, che sono giudicati gente fiacca e inutile, emotivamente fragile. I potenti sono quelli ricchi, che hanno fatto carriera, che hanno un carattere forte in grado di dare sostegno, che hanno sempre l’aria trionfante, che sanno gestire il denaro . I deboli, anche se apparentemente sinceri e onesti, generosi, sono troppo ansiosi e ridicoli, in loro rivive l’incertezza che non può essere accettata. Sul lavoro i deboli sono trattati con forzata cortesia, per certe attività vengono congedati, guardati con espressione fredda, con segni di disapprovazione, temuti per la loro capacità di rovinare i piani più ambiziosi. Sono apprezzati di più gli audaci, quelli che non hanno paura di osare, che non hanno scrupoli di coscienza, che si prendono la briga di stare in prima fila nelle circostanze più disparate, che ingaggiano cruente battaglie per imporsi, che accettano i cambi di scena, che si sacrificano per tener fede agli accordi presi, che fanno investimenti a lungo termine, che scommettono sulle loro capacità, che cambiano subito atteggiamento senza scomporsi . Ci sono poi quelli che ricorrono al proprio fascino al momento giusto per salvarsi, per ottenere dei risultati. Si danno di punta in bianco alla vita sociale, invitano a cene, fanno dichiarazioni d’amore sospirose, fingono amore per fare carriera o per proteggere la propria posizione raggiunta . Ci sono donne che cercano di conquistare i capi di azienda, magari più grandi di loro d’età, per ottenere avanzamenti di carriera. Magari sposano un uomo anziano e dopo la sua morte o il divorzio, prendono le redini del potere e finiscono per iniziare relazioni con giovani rampanti appena entrati in azienda. Sono giovani che tentano la scalata come aveva fatto lei magari vent’anni prima. Si comincia con un pranzo aziendale, con una colazione, poi con una cena da soli, poi con un fine settimana insieme. L’ipotesi di una carriera lampo diventa sempre meno remota man mano che si corteggia il capo indiscusso. Si prendono informazioni utili sul suo conto. Molti sono gli episodi di questo genere nel variegato mondo del lavoro, dove prevale la logica del profitto, dove i moralisti sono banditi. Tutto è lecito per farsi notare e fare carriera, non per prestigio personale ma soprattutto per soldi, perché solo i soldi danno conforto. Sono esempi che fanno riflettere, per certi versi indecifrabili. Ci si condanna da soli a passare il tempo con una persona che non si ama o che magari si detesta, si vorrebbe ignorare. Con gli anni ci si sente spossati, esausti, nervosi . La vita si rivela priva di quiete, di serenità. C’è chi né ha abbastanza e chiede il divorzio, non prima di aver fatto i propri comodi. Il matrimonio, la convivenza sono il trampolino di lancio di una carriera strepitosa, gratificante, piena di conquiste. Ci sono poi invece quelli che si trascinano dentro squallide relazioni e per compensare si danno all’alcol nel tentativo di rassicurare l’anima distrutta perché si è venduta. Nessuno ammette di essersi rovinato per toccare le vette del successo. Solo l’anima, ormai dannata, ogni tanto fa sentire la sua voce secca piena di rimproveri dentro la coscienza. Solo l’anima profonda parla troppo, crolla sotto il peso di scelte sbagliate. Per fortuna nessuno fruga mai a lungo nei recessi dell’anima, forse per paura di inorridire.

Ester Eroli

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