Fortunato di Salerno

Nel martirologio romano viene ricordato Fortunato di Salerno. Insieme a Anthes e Gaio fu martirizzato a Salerno durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano e sotto il proconsole Leonzio. Il martirio si consumò presso il fiume Lirini oggi chiamato Irno, e in questa zona fu eretta al ricordo del martirio una chiesa risalente al secolo XVI. Furono decapitati per il loro rifiuto di rendere omaggio al dio Priapo.

Secondo la leggenda, riportata anche dallo scrittore Romualdo II, alcune aquile scesero durante il martirio per difendere i corpi dei martiri dalle incursioni massicce degli animali selvatici fino alla sepoltura realizzata dai cristiani della comunità tempo dopo.

Il culto di Fortunato a Salerno è molto antico. Le sue reliquie vennero ritrovate nel 940, e da allora fu considerato il patrono della città. Dopo le reliquie furono trasferite dalla chiesa fuori le mura alla chiesa di san Giovanni Battista in città, con lo scopo preciso di sottrarle ai saccheggi delle incursioni saracene.

Quando fu costruito il duomo, voluto da Roberto il Guiscardo, in onore dell’apostolo san Matteo, la cripta venne dedicata ai tre martiri e nel 1081 vi vennero poste con una cerimonia solenne le loro stesse reliquie come documenta una iscrizione marmorea ritrovata nel 1954.

Questa traslazione è ricordata a Salerno il 15 maggio di ogni anno.

San Fortunato porta nella iconografia classica un abito militare con la croce e come attributo ha la classica palma del martirio.

 

Ester Eroli

 

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