Franco Barbato, il deputato che scatena la Camera con i suoi interventi

Franco Barbato, il deputato che scatena la Camera con i suoi interventiЀ stato picchiato due volte. Ma non si arrende: i suoi interventi scatenano sempre il putiferio alla Camera. Si tratta di Franco Barbato, deputato dell’Italia dei valori eletto nel 2008. Ma chi è Barbato? Dopo aver illustrato la sua carriera politica, ci sarà un resoconto dei suoi interventi che hanno fatto più discutere, disponibili anche su youtube.

Curriculum vitae (Tratto dal suo sito ufficiale). Dal 1985 al 1991 Consigliere dell’opposizione al comune di Camposano per il PSI di corrente lombardiana con funzione di revisore dei conti per due volte. Nel 1988 entra nel Comitato dei Garanti dell’USL 28 di Nola -organismo eletto dai consigli comunali dell’Unità Sanitaria- e nel 1992 diventa membro della Conferenza dei Sindaci che lo sostituisce. È eletto sindaco agli inizi del 1992 sull’onda di Mani Pulite. Il 25 settembre 1993 inaugura il nuovo municipio al cui ingresso appone una targa commemorativa dedicata ai giudici antimafia Falcone e Borsellino.[..]Alla fine del 1993 è costretto alle dimissioni, anche in seguito a un attentato subito. Rieletto Sindaco l’anno successivo, avvia azioni concrete di rinnovamento per il suo Comune. Attiva la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nel 1997[…].Nel 1994 è eletto vicepresidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per la Campania[…].Delegato dell’ANCI alle politiche comunitarie, guida nel 1996 una rappresentanza di sindaci campani a Bruxelles presso la Commissione Europea per approfondire le opportunità di paternariato tra i Comuni Campani e l’UE […].Nel 1997 è invitato a partecipare ad un incontro presso l’Università di Castellanza, promosso da Antonio Di Pietro, preliminare rispetto all’entrata in politica di quest’ultimo. Si trova quindi l’anno successivo a San Sepolcro nel gruppo dei fondatori de L’Italia dei Valori.
Al 1998 risale la lettera di critica indirizzata all’allora Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano per aver contratto solo con Bassolino, sindaco di , il Patto per la legalità, ignorando così la provincia ed il casertano. A seguito di questa presa di posizione il Prefetto Romano convoca il I° Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica Itinerante presso il Comune di Camposano, aperto ai Sindaci dell’alto nolano. Sempre nel 1998 si presenta alle amministrative con la Lista Civica “Lavoro e Legalità” sfidando la vecchia classe politica e i suoi meccanismi trasformisti che avevano dato vita a un listone unico che comprendeva tutti i partiti, di destra e sinistra, senza più distinzioni né ideologiche né programmatiche.
Nel 1999 in occasione del congresso di Catania viene eletto consigliere nazionale dell’ANCI e inizia a mettere in rete, in un livello nazionale, tutti gli amministratori civici. Insieme a Roberto Alagna, consigliere regionale civico del Lazio, fonda a Roma nel 2003 il Governo Civico che collega orizzontalmente tutte le liste civiche italiane.

Il 6 ottobre 2007 partecipa al lancio, in Piazza Farnese a Roma della Lista Civica Nazionale in una manifestazione dal titolo “Dal V-Day alla LISTA CIVICA NAZIONALE”. […]. D’accordo con gli altri componenti del Coordinamento della Lista Civica nazionale, il 9 febbraio 2008 decide a Roma di prendere parte alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, in apparentamento con l’Idv, per poter dar voce a tutti i livelli, compreso quello Parlamentare, al mondo civico.

 

Alcuni interventi alla Camera:

13/05/08[1]. Si vota la fiducia alla Camera al neogoverno Berlusconi e Barbato prende la parole. Accusa un deputato del Pd poiché, a suo dire, nella scorsa legislatura “la mattina stava a Montecitorio e la sera armeggiava con i camorristi”. Inoltre voleva “cambiare i connotati ai cittadini” che non l’avevano votato. Chiude il suo intervento affermando: “Non voglio zone grigie fra le istituzioni e la mafia […]. All’immondo banchetto della munnezza in Campania hanno partecipato gli uomini berlusconiani e gli uomini bassoliniani”.

04/06/2008[2]. Si discute di Alitalia. “C’era bisogno di un partner che fosse in condizione […] di mettere al meglio Alitalia […]. Lui (Berlusconi, nda) si proponeva agli italiani come premier e doveva fare gli interessi dell’azienda Italia non delle sue aziende e ha fregato gli italiani […]. Con le […] frottole […] ha preso qualche pugno di voti in più […]. O è stato un cattivo politico o”, di proposito, ha “cercato di perdere tempo […] e in quel modo […]” ha fatto “precipitare sempre di più Alitalia […]. Un presidente del consiglio” del genere “negli altri paesi è soggetto a impeachment”.

05/06/08[3]. “Il governo Berlusconi ha fatto una scelta di campo. Ha fatto la scelta dell’illegalità. Ritorneremo a essere lo stato Pantalone dove sono sempre poi i cittadini a pagare. La[4] legalità non è l’abito della domenica che si caccia fuori per le grandi occasioni […]. Alleanza Nazionale e Forza Italia stanno venendo fuori e la Lega è […] l’abito della domenica per darvi la faccia pulita […]. Berlusconi” è “la perdita degli italiani […]. In questo parlamento ho indicato un deputato che la mattina sta a Montecitorio e la sera armeggia con i camorristi”. Tutto ciò “risulta da atti giudiziari e chi fa praticantato con la camorra fa carriera” nel Pdl. “Il segretario regionale di Alleanza Nazionale è accusato di corruzione e estorsione […]. Hanno mangiato 2 miliardi di euro in Campania”.

10/06/08[5]. “L’abito della domenica pensavamo che fosse la lega […]. Era questo abito che cacciava fuori per dare l’immagine di legalità” ma la Lega “ha fregato le piccole e medie imprese ed è diventata socio di riferimento della Berlusconi S.p.a […]. Sono identici:fregano gli italiani”

Questi elencati, esclusivamente a titolo esemplificativo,  sono solo alcuni interventi di Franco Barbato alla Camera ma ci sono tantissimi video su youtube dove, per esempio,  il deputato apostrofa il Parlamento “come consiglio di amministrazione di Mediaset”, Berlusconi come “psiconano” e “Mago Zurlì”. Insomma, si capisce bene perché non è stimato dalla maggioranza, a torto o a ragione che sia.

 

Raffaele Zanfardino

 

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