Gemona, la fenice friulana

Gemona, la fenice friulanaE’ stato molto emozionante e commovente rivedere Gemona dopo trentacinque anni !

E’ sempre lì, su un conoide alluvionale del monte Chiampon, fiera e orgogliosa come le si addice. L’immagine che ne serbavo era invero assai tragica e sconcertante, perché relativa all’aspetto causato dalle due tremende scosse telluriche del maggio e del settembre del 1976. Il castello, il centro storico, e la stupenda cattedrale erano ridotte a un cumulo di macerie, così come la gran parte dei caseggiati circostanti sia in area pedemontana che in pianura. Il malvagio dio del terremoto pensava di aver avuto buon gioco ma, non aveva fatto i conti con la tenacia del popolo friulano: Gemona si è rimboccata le maniche e, come l’araba fenice, è risorta dalle proprie ceneri e nel giro di pochi anni è tornata come prima, meglio di prima!

Posizionata fin dall’epoca romana in un punto nodal-strategico della via Julia Augustea, ossia nella direttrice di valico per le Alpi Giulie, Gemona, specie nel Medio Evo ha conosciuto lunghi momenti di splendore, testimoniate, del resto, dai suoi tesori architettonici. Già nel XII° secolo infatti, era libero Comune con propri statuti. Ma l’avvento e la conquista della Serenissima ne tarpò le ali e la relegò a ruoli secondari avviandola a un lento ma inesorabile declino.

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Girando per le vie del centro storico si respira un aria medival-rinascimentale ancora intatta, spesso rievocata da feste e sfilate nei costumi dell’epoca. Il castello già nel nel VI° secolo era ritenuto come rocca inspugnabile, il Duomo poi, dedicato a Santa Maria Assunta, era considerato un gioiello d’arte romanica già ai tempii della sua costruzione, terminata nel 1337. Il palazzo comunale, invece, piccolo ma assai legante e raffinato, testimonia l’impronta e il passaggio alla repubblica veneziana avvenuto nel 1420.

Oggi la cittadina friulana trova la sua giusta collocazione nelle mete preferite dai turisti. Oltre al suo patrimonio artistico, infatti, può vantare una solida fama gastronomica di antico sapore tradizionale friulano. Ma oltre al richiamo dell’arte e della cucina, ne può vantare uno legato addirittura a un record mondiale: nel suo museo storico è custodito il primo registro battesimale mai scritto!

 

Adriano Zara

 

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