Giochi di potere

Il potere è spesso come una droga che fa scomparire la stanchezza  e produce inevitabilmente dipendenza e diventa l’unica ragione di vita. Ci sono donne che hanno imitato gli uomini a tal punto da divenire donne di potere assuefatte al successo. Sono donne abituate al potere che obbediscono a specifici appetiti, sempre pronte a scalare nuove vette, a raggiungere nuovi traguardi. Sono donne che amano gli occhi puntati su di sé ed esercitare indebite pressioni sugli altri. Per i loro maneggi sono capaci di celare anche parte della verità. Non accettano per principio l’aiuto di nessuno anche quando ne avrebbero bisogno. Anche se animate da buone intenzioni spesso le loro azioni sono nocive come gas tossici, limitate.

Negli ultimi tempi ci accorgiamo di un vizio che caratterizza le donne manager in molti ambiti e settori. Il maledetto vizio di prendere di mira qualcuno, di trovare un bersaglio magari un’altra donna, magari anziana, o un giovane dipendente sprovveduto e timido. Amano pestare i piedi a certe persone creando disagio forse per imporre le loro idee  e per invitare ad accettare il proprio ruolo di potere. Provano a distruggere le persone con calunnie, falsità e le persone oggetto della persecuzione non riesce a liberarsi della pressione. Le donne manager troppo comprese della propria importanza amano solo le proprie segretarie sempre indaffarate come fossero alla casa bianca. Vogliono scoprire in fallo tutti gli altri che prendono  a perseguitare delle persone dipendenti senza motivo. Sono donne fredde che non conoscono la pietà, il rispetto, il perdono. In fondo sono depresse e la depressione influenza tutte le loro opere. Il loro volto è distaccato, il loro atteggiamento impersonale.

Di solito operano nell’indifferenza generale, nessuno le ama e cercano tutti di liberarsi alla prima occasione utile.

Il potere è solo un’illusione, un modo per poter credere alla propria importanza immortale. Poi si scopre che tutto è mortale  e che finito un mandato subentra un  altro manager che prende il posto, la poltrona. I giochi di potere non lasciano tracce mai nel cuore di nessuno.

La donna manager finisce odiata e dimenticata.

 

Ester Eroli

 

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