Gli step dell’innamoramento

Gli step dell’innamoramentoIeri sera ho visto un film. La classica pellicola americana in cui qualcuno viene pagato per far credere a qualcun altro di essere innamorato di lui e ottenere così lo scopo finale. L’unica variante di rilievo era che, stavolta, la parte del senza-cuore era declinata al femminile. Sarah Jessica Parker, per la precisione. Carrie che fa un ruolo da poco Carrie. Insomma, il punto è questo. La ragazza sosteneva che, per far innamorare qualcuno di noi ci sono vari step. Dopo un bel primo incontro, ce n’è un secondo alquanto allusivo. Poi lui aiuta lei a superare una crisi emotiva, lui le insegna qualcosa e, infine, lei conosce gli amici di lui. Nel caso specifico lei aveva fatto i conti senza l’oste, perché il meraviglioso attore co-protagonista aveva un segreto non svelato e riuscirà a fregarla. Morale della storia: non si gioca con i sentimenti. E qui è regolare. Finale melenso da filmetto a stelle e strisce. Ma, a parte il nome del protagonista (Trip – un abominio) cosa non mi è andato? Semplice. Il fatto che questi passi verso l’innamoramento a comando non ne comprendono uno importante. In realtà la necessità di  questo ‘step’ è sottesa in tutto il film ma non se ne parla mai apertamente. Condivisione. Questa è la parola chiave. Quando due vivono qualcosa insieme, superano un ostacolo o riescono a raggiungere un obiettivo grazie ad un gioco di squadra. Questo secondo me è uno dei segreti più importanti. Una delle mie più care amiche, la farmacista (ormai ve le distinguo per professione perché fare i nomi non mi par carino), poco dopo essersi messa con un ragazzo scopre che lui in casa ha una nonna vecchia e molto malata. Lui, riluttante nell’esporle la questione, alla fine le racconta e, una sera, lei va a cena a casa sua e conosce la signora. Sensibile come poche, inizia anche la farmacista ad attaccarsi a lei. Il suo fidanzato, intanto, la cura come fosse una bambina, monitorando i suoi più piccoli gesti. Pochi mesi fa la nonnina è morta e loro due me ne hanno parlato qualche sera fa con le lacrime agli occhi. Io non sapevo molto prima ma, quando mi hanno detto tutto, per poco non mi emozionavo anch’io. Avevano gli occhi lucidi e parlavano a fatica. Sono una bella coppia ma non li avevo mai visti più uniti di così prima. Vivere quell’esperienza li ha uniti e fortificati. Come già avevo spiegato in un altro pezzo, i romani proclamavano il divide et impera per battere i nemici. Loro si che avevano che avevano capito. Il con-dividere il vissuto ci unisce e, una volta uniti dopo fatti così, è molto difficile separare.

 

Giulia Castellani

 

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