I mali del quotidiano

I mali del quotidianoAi giorni nostri si assiste a un vero e proprio trionfo del male. Basta sfogliare i giornali per rendersi conto che il male assoluto è assecondato, difeso, protetto. Ci sono giovani che uccidono le fidanzate a colpi di pistola e in carcere ricevono addirittura proposte di matrimonio. Ci sono donne che assoldano dei killer per uccidere il proprio marito, figli drogati che sterminano la famiglia. Un’orgia di orrori che ci è crollata addosso. Nella normalità, nel quotidiano accadono cose turpi: l’uomo che in un momento di follia trucida i passanti, il rapinatore che perde la pazienza e uccide la vittima, spacciatori sorpresi a commerciare droga davanti alle scuole, giovani che danno fuoco alla propria amata, madri che uccidono i figli appena nati. Siamo assuefatti al male, lo respiriamo giorno per giorno e se ci viene bene anche noi mentiamo, tradiamo con molta disinvoltura. Non ci sono limiti al male, tutto è lecito, consentito. Il male è considerato la normalità e chi lo commette un eroe del nostro tempo. Chi fa il male è furbo, scaltro, degno di rispetto, in gamba.

Alcune volte però i conti non tornano, il meccanismo si blocca e tutto precipita rovinosamente. Spesso anche i cattivi vengono travolti, nello stupore generale. Il male sovente non può rimanere nascosto a lungo, viene alla luce e chi lo ha commesso punito dalle legge o dal destino stesso. Così apprendiamo che il serial killer è morto di tumore, che il rapinatore è stato freddato dalla polizia, che la madre che ha ucciso si è suicidata, che l’imprenditore scaltro è stato arrestato per corruzione. In fondo non abbiamo ancora compreso che il male è la conseguenza diretta del peccato, dell’errore. Il male messo al primo posto, all’origine della catena genera solo altro male. E’ una cascata di malanni che si abbatte sull’ignaro peccatore, che crede ingenuamente di farla franca, spinto anche dall’esempio di celebri amanti del male. Il ragazzo che ruba l’auto veloce al padre e poi si schianta sull’autostrada è un esempio come la disobbedienza, il peccato, la caduta genera solo male. La via del bene è faticosa, impopolare, pesante ma produce frutti nel tempo. Nel tempo una condotta scandalosa porta solo fuori strada.

La strada del peccato si popola sempre di molti seguaci perché è la strada apparentemente più facile, in fondo è facile magari rubare in un ufficio a colleghi e dirigenti. Perdersi è molto facile, più difficile recuperare. Chi ha commesso il male e si è pentito ha diritto comunque a una seconda possibilità. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di non fare il male, di non pensarlo, di tenerlo a bada perché nuoce agli altri ma soprattutto a noi. La felicità dei malvagi è solo apparente, funestata dal rimorso, dai sensi di colpa, dall’orrore del male commesso.

 

 

Ester Eroli

 

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