I rapporti spersonalizzati

I rapporti spersonalizzatiIo non credo alle storie a distanza. E intendo anche le amicizie sia chiaro. Che ci posso fare? Sarà perché ho sempre bisogno del contatto quando parlo con qualcuno, sarà che mi piace guardare le persone negli occhi, sarà. Si vede che sono antica, come dice mia sorella che ha ‘amici’ di tutta Italia conosciuti in vari social network. Non sono neanche su Facebook. Forse mi perdo qualcosa ma mi sa che è più quello che non perdo. Nonostante io sia una persona aperta ed estroversa, non vedo il motivo per cui chiunque possa guardare le tue foto, sapere dove come e con chi vai, oppure veder cosa ti scrivono gli altri. Una mia cliente è stata lasciata dal fidanzato con un messaggio nella sua bacheca di Facebook. Che tristezza. E tutti l’hanno visto prima di lei e nessuno sapeva come fare per avvisarla. Non è per nascondere qualcosa o perché sono timida, solo che mi fa venir la pelle d’oca che, mentre racconti il tuo sabato sera qualcuno dica “Ah si lo so, l’ho visto su Facebook”. Mia sorella non fa altro che inserire foto e commenti. Per sentire gli altri vicini, dice. Perché viaggia tanto. Forse è proprio questo il punto. Non è forse che vogliamo così tanti amici virtuali perché di reali non ce ne sono? Può essere che uno non si fidi, non abbia il tempo o che so io. Fatto sta che per quanto uno sia espansivo in rete non è detto che lo sia anche nella vita. E questo è un male. E’ la vita reale che ci offre occasioni di crescita, momenti da vivere ed emozioni da provare. Lo so che è un modo di dire che si usa ma io non riesco a capire come puoi considerare amico uno che non hai mai neanche guardato in faccia, che conosci solo attraverso le foto che lui decide di farti vedere e attraverso le parole che lui ti scrive, neanche che ti dice, pensa un po’! Mia sorella stava taggando una foto di un’amica quando mia nonna le ha chiesto cosa stesse facendo  con quella roba li (sarebbe l’iPhone ma mia nonna non è capace di dirlo, come tutte le parole inglesi o con la x). Per mia nonna già mandare messaggi o mangiare da McDonalds sono assurdità, figuriamoci una cosa del genere. Ha detto “Ma gheto mia n’amica o qualchedun par nar in volta?” (traduzione: Ma non hai un’amica o qualcuno per andare in giro?). E un po’ di ragione ce l’ha. Perché il tempo per stare su internet lo troviamo ma non abbiamo più tempo da dedicare alle persone, alle relazioni faccia  a faccia? Forse abbiamo paura o forse non siamo più abituati. Ricordo le prime volte che vedevo mio zio usare internet per lavoro. Le email erano il top della tecnologia. E quando ha comprato la webcam lo ammiravo così tanto che mi pareva di un altro pianeta con doti sconosciute a noi comuni mortali. Adesso è tutto normale, si chiamano anche amici quelli che vedi solo in fotografia. Come le dame del Medioevo a cui veniva spedito un ritratto del futuro marito e tanto bastava. Ma ci va bene così?

 

Castellani Giulia

 

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