I risvolti per le donne relativi al lasciare il lavoro

I risvolti per le donne relativi al lasciare il lavoroUn tempo le donne stavano in casa, erano per lo più casalinghe e in alcuni casi, per certi mariti, erano considerate quasi di loro proprietà. Le donne erano prima spose, poi madri, poi lavoratrici per l’azienda di famiglia. La vita delle donne era un vicolo cieco, pieno solo di illusioni di realizzazione personale. La donna era alla mercè del marito e se questo era un tiranno dovevano rigare diritto e non avere ambizioni. Le donne erano abbastanza sagge da capire che non avevano l’indipendenza economica e dovevano soggiacere a certi regimi. Le occasioni di vita sociale avvenivano quasi sempre solo in stretto ambito familiare. Le donne non dovevano quindi occuparsi di affari, di economia. Con il tempo le donne sono divenute ambiziose, hanno raggiunto i vertici del successo, sono state capaci di stare sotto i riflettori, hanno raggiunto ottime posizioni. Molte donne sono divenute dirigenti al pari degli uomini. Le sorti delle donne si sono risollevate, ma solo apparentemente. Infatti le donne ora devono lavorare dentro e fuori casa, che hanno reso intima e confortevole. Inoltre hanno scoperto che tutti pretendono una loro occupazione. Donne appena laureate senza lavoro vengono pressate da tutti, parenti, amici, conoscenti, fidanzati affinchè comincino la caccia al lavoro stabile. Donne precarie vengono maltrattate come se fosse colpa loro la precarietà non dell’azienda. Ogni donna si sente stranamente poco compresa. Donne stressate, taciturne, opache, come sonnambule si aggirano per le strade in cerca di soluzioni, di lavoro. Alle donne che ancora non lavorano viene detto bruscamente che devono provvedere. La ricerca di un lavoro genera ansia. Inoltre le donne madri e moglie hanno improvvisamente scoperto un’altra frontiera ossia l’assoluta impossibilità materiale di lasciare il lavoro con il matrimonio e la nascita dei figli. Nessuna può permettersi il lusso di curare i figli, di crescerli fra le pareti domestiche, specie se il marito guadagna bene. Con l’avvento dei divorzio breve non ci sarà più pace, le separazioni aumenteranno vertiginosamente e allora conservare il lavoro diventa prioritario. Il lavoro diventa un punto di riferimento concreto, più importante della famiglia. Nessuna donna può più cullare il suo bambino e dare un’ impronta personale alla casa. Si deve affidare sempre   a baby sitter e cameriere, anche nelle situazioni migliori. Perdere il lavoro non è più possibile. Allora la donna è divenuta schiava di altri meccanismi perversi che hanno tutti una cosa in comune: la mancanza di rispetto. La vita delle donne non è una leggera traversata come non lo era in passato. E’ stato come tornare ai nastri di partenza, tutto si è mosso solo per aggrovigliarsi su se stesso e tornare al punto di partenza, solo con qualche dolorosa consapevolezza in più.

 

Ester Eroli

 

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