I taralli tradizionali

Molte persone spesso ignorano le origini di molte cose, di molti prodotti, di molte ricette.  Invece è sempre istruttivo conoscere le origini.

I taralli tradizionali hanno avuto una origine particolare. La parola viene dal latino torrere verbo che significa abbrustolire, secondo altri dalla parola italica tar nel senso di avvolgere, o dal greco che significa specie di pane o dal francese antico nel significato di pane rotondo. Secondo la leggenda il tarallo ha una origine contadina e popolare.

Nel 400 durante una carestia una madre decisi di mescolare i pochi ingredienti che aveva a disposizione per sfamare i suoi figli numerosi e dopo diede la ricetta al vicinato e al forno del paese. Gli ingredienti base erano farina, acqua, olio, vino, sale. Poi sono nate le varianti con semi di finocchio, con anice, con peperoni, olive, farro, zucchero, cioccolato, peperoncino, pepe, mandorle, pizza, albume, cipolla, formaggio, patate, rosmarino, olive, zucche, papavero e ora anche curry, paprika , glassa limone, cioccolato bianco e fondente, pepe, funghi, ceci, bacon, pizza , pomodoro, cipolla, rosmarino.

Il paese originario dei taralli è Palo del colle, borgo medievale a 15 km da Bari. Nel settecento a Napoli si fecero i taralli più piccoli con i ritagli di pasta avanzata e la sugna o strutto  e nell’ottocento si aggiunsero pepe e cacio e mandorle., patate  A Mergellina nei chioschi si mangiavano nell’acqua di mare. A Napoli si diffuse il tallaro che con una cesta sulle spalle vendeva taralli tiepidi, sotto una coperta, ai passanti. i taralli caldi con il profumo attiravano i clienti. Poi vennero prodotti anche a livello industriale non solo artigianale con due procedure di ebollizione e poi cottura in forno.

I taralli nell’ottocento vennero usati negli sposalizi  e nelle osterie., nei caffè, nei pub.

 

Ester Eroli

 

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