Il clientelismo nei cortei cittadini

In molti borghi suggestivi, anche nei più calmi e sonnolenti, si svolgono periodicamente cortei storici, sfilate di maschere lussuose , sfilate storiche, presepi viventi in occasione delle feste natalizie. In ogni paese troviamo corse, giochi popolari, bancarelle, orchestre, illuminazioni colorate  e risplendenti, pesche di beneficenza, addobbi.

Negli ultimi tempi girando per le feste ci si è resi conto che anche in contesti locali, in piccoli paesi sperduti e semideserti, vige il noto sistema italiano invariato  del clientelismo che genera soprusi e disparità, divisioni e favoritismi.

Per esempio ci si rende conto che anche per partecipare a un semplice corteo storico in costume in una paese semivuoto è prevista la raccomandazione. Sui carri in maschera nei vari paesi alla fine partecipano e salgono solo gli amici degli amici, gli altri restano a bocca asciutta da una parte a macerarsi nell’invidia. Gli altri inermi assistono impotenti alla spartizione dei posti.

Se in paese c’è un uomo di potere, un commerciante ricco è lui che detta la linea della festa, le condizioni, le modalità con una aria di superiorità . Tutto segue i suoi interessi, le sue preferenze.  Si sistema tutto in rapporto alle sue esigenze. Anche le date della festa vengono spesso fissate in base ai suoi impegni. Alcune date in certi posti sono state spostate con varie scuse ma il punto era di assecondare le richieste di chi comanda. Molte feste sono blindate dal potere di pochi.

In certi casi non serve ribellarsi, si creano solo pettegolezzi, non serve sputare veleno. Occorre solo mutare atteggiamento, risistemare gli assetti interni.

 

Ester Eroli

 

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