Il fascino delle rovine

Il fascino delle rovineMolti sono gli appassionati di siti archeologici e di scavi, si tratta di una passione che una persona la deve avere nel sangue.  I ruderi decadenti, le rovine sono oggetto di studi particolareggiati in ogni parte del mondo.  Dalle rovine si può infatti risalire alla civiltà che abitava quel sito.  In località San Vittorino a due passi dalla città dell’Aquila è possibile visitare i resti dell’antica Amiternum abitata da popolazioni italiche  e fondata quasi sicuramente dai sabini. La cittadina prendeva il nome dal fiume Aterno. Del resto in passato molte furono le città costruite sul fiume definite dagli storici civiltà potamogene, perché traggono linfa vitale dal fiume, la stessa Roma fu realizzata prendendo come punto di riferimento il Tevere.  La città, nata prima dell’epoca romana, divenne municipium nell’età di Augusto.  Nel secondo secolo ottenne la cittadinanza romana. Fu anche un nodo stradale importante.  Tra i resti si trova l’anfiteatro che risale al primo secolo dopo cristo, capace di contenere fino a seimila persone, a forma di ellisse circondato da gradinate. Vicino all’anfiteatro si trovano i resti di una villa di tarda età imperiale con affreschi e mosaici, con un porticato, che probabilmente aveva una funzione pubblica.  All’età di Augusto risale invece il teatro dotato di un’ampia cavea. Al nord del teatro troviamo il Foro, luogo dove si svolgeva la vita pubblica. Alla destra del fiume sorgevano le terme alimentate con un acquedotto di cui restano solo le macerie. A partire dal quinto secolo cominciò la decadenza della città anche se il Medioevo fu un periodo discreto che la vide unita alla diocesi di Rieti. La città scomparve nel decimo secolo.  La città è famosa per aver dato i natali allo storico romano Sallustio e al console Appio Claudio Cieco, colui che realizzò la via Appia.  Secondo la tradizione qui nacque Ponzio Pilato prefetto della Giudea al tempo di Cristo. Condannato a morte da Tiberio venne giustiziato ad Amiternum e il corpo sarebbe stato lasciato insepolto e chiuso in un sacco su un carro di bufali e sarebbe così precipitato in un lago sui Monti Sibillini, detto lago di Pilato. Sicuramente Pilato possedeva una villa nella zona, infatti il sito è ricco di ville romane, ma anche di queste restano purtroppo solo rovine.


 

Ester Eroli

 

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