Il mondo delle maschere

Il Carnevale è ormai alle spalle eppure anche questo carnevale ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Negli ultimi anni le maschere tradizionali, regionali non vengono più celebrate.  Erano le maschere dell’antica commedia dell’arte, da cui prese spunto Goldoni, e poi del teatro letterario. Molti giovani ignorano persino l’esistenza di queste maschere che servivano a tipizzare le varie regioni e il carattere degli abitanti. Le maschere in generale nascono nella commedia e sono personaggi tipici che servono a rappresentare i vizi umani come l’avarizia, la furbizia ecc. La maschera più famosa della commedia latina era il servo astuto che spesso metteva nel sacco il padrone ingenuo.  Tra le maschere tradizionali ricordiamo con affetto:

–          Gianduja. Maschera tipica del Piemonte. Marito di Giacometta. Rappresenta il contadino generoso amante del vino  e della buona tavola.

–          Colombina: servetta vispa, allegra, furba. In alcune opere rappresentata come la moglie di Arlecchino.

–          Arlecchino: famoso per il suo abito costituito da pezze di mille colori. La tradizione ricorda il caso di quest’uomo semplice che non avendo stoffa sufficiente per fare un decente abito da maschera cucì insieme vari avanzi di stoffa tagliati. Sul volto porta una graziosa mascherina nera che copre i delicati lineamenti. E’ un personaggio astuto, furbo. La zona di appartenenza è quella di Bergamo, infatti parla il dialetto bergamasco che lo rende simpatico. Goldoni lo inserì in molte divertenti commedie. Rivive ora solo nel teatro dei burattini per i più piccoli.

–          Balanzone: il suo nome deriva probabilmente dalla parola dialettale balla nel senso di frottola. Infatti nella sua oratoria spesso usava  frasi latine altisonanti ma sbagliate. E’ un vecchio dottore in medicina o legge che parla il dialetto di Bologna. E’ un uomo che rappresenta l’uomo colto bolognese. Infatti Bologna era detta “la dotta”. Il suo costume è una toga con il colletto bianco, munito di un cappello a falde nero. Di solito porta con sé libri sotto il braccio. Come maschera compare anche nel teatro letterario.

–          Meneghino: rappresenta la terra di Milano. E’ il classico contadino rozzo, buono e dotato di buon senso pratico. Il suo costume è formato da un tricorno in testa, pantaloni marroni, una casacca orlata di verde, calze a strisce bianche e verdi.

–          Pulcinella: personaggio tipico della commedia dell’arte napoletana, esportata in Francia, dove compare in molte rappresentazioni teatrali. E’ noto per la sua pigrizia e furbizia. Vive alla giornata incarnando lo spirito allegro napoletano che non si scoraggia mai di fronte alle difficoltà quotidiane. Lo scopo principale della sua vita è mangiare. Spesso si caccia nei pasticci e una volta sorpreso in fragrante viene bastonato.

–          Pantalone: tipico uomo veneziano. Incarna il mercante, il buon padre di famiglia dedito al risparmio. Spesso è avaro e porta sempre con sé la borsa con i soldi e averi. Ha un vestito di velluto rosso a testimoniare la sua agiatezza grazie ai traffici, e un berretto spesso rosso. Il velluto era molto usato come stoffa fra gli aristocratici e borghesi.

–          Stenterello: E’ un personaggio fiorentino. Appare scaltro e generoso. Rappresenta il carattere gioioso dei fiorentini. Il suo costume colpisce per le calze a due colori, infatti una è rossa l’altra è a strisce. Porta una giacca blu con panciotto puntinato e pantaloni quasi sempre corti e neri. Il cappello ha la parrucca con il codino secondo la moda dell’epoca.

–          Brighella: Indica il servo furbo, avventuriero. Il suo nome deriva dalla parola intrigante. E’ scaltro e ama anche cantare e suonare. Rappresenta la zona di Parma, Modena. Il suo abito è tutto bianco con galloni verdi.

I costumi di queste maschere non sono complicati, si possono confezionare anche in casa. La tradizione sta scomparendo soppiantata dal moderno. Una nostalgia ci prende ogni volta che al teatro scorgiamo il volto di Pulcinella magari incarnato da un attore moderno.

 

Ester Eroli

 

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