Il passo

Il passoLa crisi economica ci ha tolto sicurezza, ci ha messo con le spalle al muro, ci ha reso vulnerabili . Nessuno vuole più affrontare l’argomento lavoro, casa. Alcuni argomenti turbano. Molti sono alla mercè della dea fortuna, si sentono pedine del destino. Ci siamo addentarti in un vicolo cieco. Le circostanze ci hanno travolto. Eppure non siamo del tutto innocenti, in buona fede. Molti in notevole misura hanno fatto il passo più lungo della gamba. Per tenere il passo hanno fatto spese superflue, fuori dal proprio reale badge. Hanno speso capitali per arredare case lussuose, per comprare abiti di Prada, per comprare un antico codice di cui ignoravano persino il significato, per comprare un cellulare costoso per mantenere i contatti con solo pochi intimi. Così gente comune si è presa la libertà di volare alto sull’esempio di personaggi pubblici, che in certi casi si sono rivelati addirittura più sobri. Nella vita privata ai bambini si è dato tutto, feste con animatori, giocattoli giapponesi di ultima produzione. Sono stati fatti regali costosi, orchidee, argenteria. E’ stato fatto uno shopping frenetico, incauto. Nessuno ha saputo amministrare sapientemente, a dovere le proprie risorse. Tutti hanno speso senza pensare al domani, senza sapere nulla dei prodotti comprati. Si sono comprati doppioni, oggetti inutili. La pubblicità ci ha spinto a far del male al nostro portafoglio. Abbiamo comprato cibi prelibati al cane, al gatto senza farli abituare agli avanzi della nostra tavola. L’abbiamo sempre fatta franca, senza rischi. Ora testardi magari continuiamo a comprare come nulla fosse anche nella confusione. Pensiamo ancora di mantenere i privilegi, di mettere nel sacco la crisi. Senza sapere che siamo entrati in crisi anche per i troppi sprechi. Funzionari che si sono fatti corrompere per avere più soldi a disposizione, per fare vacanze leggendarie, non solo decenti. Abbiamo comprato senza ragione, affondato le mani nelle tasche come intrusi. Solo il commercio ci sembrava una legittima attività. Abbiamo speso oltre ogni limite accettabile con tattica, senza prudenza. Nessuno è senza macchia. Ci siamo ritrovato con il solito conto in rosso, senza sapere come. Con occhi ostili abbiamo visto la nostra boutique di abiti preferita chiudere. Ci è sembrata una ingiustizia vedere la nostra agenzia turistica fallire. Ci è sembrato duro dover far spesa al discount, aspettare in silenzio nella fila per pagare . Abbiamo atteso uno sblocco immediato che non è arrivato. Sembra non esiste neppure una remota possibilità di salvataggio in realtà dobbiamo salvarci dal nostro modo insano, personale di fare acquisti. Ragazze che hanno dieci borse e che ancora si aggirano per negozi circospette in cerca dell’undicesima. Abbiamo accettato che il cibo venissi buttato nella spazzatura. Ora davanti alla minaccia della miseria dobbiamo cambiare passo, inghiottire l’orgoglio, seguire nuove teorie. Dobbiamo tenere a bada la pubblicità, evitare la sua intromissione nella nostra vita. Non dobbiamo più assaggiare i campioni di prodotti che le case produttrici ci forniscono. Non dobbiamo più guardare ai ricchi che mangiano cervo e salmone. E’ consigliabile cambiare andatura, giungere a un accordo con se stessi con grinta e determinazione. Dobbiamo fare spese più oculate. Dobbiamo toglierci il vizio di gareggiare con gli altri, tanto troveremo sempre quello è meglio di noi. Dobbiamo dichiarare guerra al superfluo. Invece certe categorie di persone continuano a sperperare come per tenersi in esercizio, per imitare il vip di turno. Nessuno si attiene alle proprie entrate. Allora molti fanno quello che gli suggerisce la mente, rubano con disinvoltura, persino nei supermercati, davanti alla vigilanza, spudoratamente. Ormai si sono montati la testa e non possono vivere senza chanel, Gucci. Servono le firme per apparire normali. Le firme sono la droga del nostro millennio. Si consumano solo prodotti firmati, profumi firmati. Allora ci salta la mosca al naso e ci viene spontaneo dire che la crisi quanto meno è stata benefica, ci ha reso consapevoli di essere schiavi del consumismo. A metterci riparo si fa sempre in tempo specie quando si ha il portafoglio perennemente vuoto come non ci capitava da tempo.

 

Ester Eroli

 

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