Il progresso rallentato dall’abuso dei new media

In ogni società l’arrivo di un nuovo mezzo di comunicazione ha sconvolto radicalmente il modo di pensare e di agire. Pensiamo ai primi mezzi di diffusione di massa come la radio che ha portato a una prima notevole riduzione delle distanze, passiamo poi alla televisione che ha avuto come conseguenza l’entrata del mondo e delle sue meraviglie nelle case della gente. La scatola nera ha permesso a tutti di avere una conoscenza delle realtà che ci circondano e delle culture degli altri popoli. Arriviamo alle moderne tecnologie ed ecco che siamo di fronte ad un cambiamento dei comportamenti degli individui mai visto fin ora. Facebook, i social network, le mail, Skype, Panfu, Twitter e altri ancora, hanno cambiato il modo di vivere, sono diventati mondi virtuali abitati da soggetti reali. La società virtuale dove tutto avviene, dal sesso alle relazioni, dal lavoro alla spesa. La vita delle persone è completamente costruita in funzione di questi new media. Si prova disagio nel caso ci sia un’impossibilità ad accedervi. Sono un po’ come un vestito, senza di essi ci si sente nudi.

L’hanno detto in molti e lo confermano le circostanze attuali: Facebook ha rivoluzionato il mondo. Non è solo diventata una delle più grandi comunità sociali, ha modificato il concetto di democrazia, è diventato un elemento fondamentale per conoscere, scoprire e controllare le vite degli altri, per istaurare rapporti di lavoro, amicizie e amori. Certo, non è tutto oro quello che luccica. I social network più famosi del mondo hanno creato in questi ultimi tempi tantissimi problemi. L’incremento della pedopornografica on line, il problema dell’innescamento di minori, la violazione della privacy e ultimo, ma non meno importante, il problema della dipendenza dai network. La notizia del ricovero di bambini ai reparti di psichiatria per comportamenti devianti dovuti all’uso indiscriminato della rete, ha riportato in prima linea il delicato problema della dipendenza dal cosiddetto gioco del “mondo virtuale”.

Eppure la rete, i social network e i blog sono considerati la conquista del nuovo secolo, la massima espressione della libertà e della società globale, l’esempio calzante del benessere del nuovo millennio. Strano pensare che possano avere ripercussioni così negative.

È con molta probabilità che da questa grande euforia e, diciamolo francamente, finto benessere e massima libertà, si stia innescando un meccanismo perverso che allontana da quei principi fondamentali che hanno realmente favorito il progresso di tutte le società.

Del resto, i grandi sociologi hanno sempre sostenuto che il progresso è positivo per l’uomo ma il suo abuso lo distrugge.

 

Simona Rocchi

 

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