Il rapporto con la natura

Il rapporto con la naturaIn passato i paesi erano sicuramente più popolati. Anche i paesini sperduti su una montagna avevano una loro comunità ben organizzata. Ora si assiste al progressivo spopolamento dei paesi, specie quelli di montagna, che contano poche anime.  Sono ora luoghi desolati, abbandonati dove le chiese stanno cadendo in rovina, i negozi spariscono piano piano. Un lento processo che caratterizza la nostra epoca. Si preferisce vivere nelle grandi città, o in quelle di medie dimensioni dove ci sono tutti i comfort e la vita sembra scorrere più disinvolta data l’abbondanza di servizi. In realtà la città è anonima, ci si perde tra la folla dell’ora di punta, si perde la propria identità. I bambini cresciuti in città ignorano l’esistenza stessa di alcune specie di animali, che non conoscono, e se conoscono non hanno mai visto. Non sanno come si accarezza il pelo fulvo e morbido di una volpe presa nella trappola, non hanno mia visto un topo, una civetta, una libellula, un pipistrello, una lucciola nelle notti d’estate. Non sanno scrutare il cielo e individuare subito a colpo d’occhio il grande carro con la via Lattea o la stella Venere la prima che appare al tramonto, a cui hanno dedicato struggenti poesie.  Le notti stellate in città sono rare, le luci splendono nella notte illuminano monumenti, palazzi e offuscano la visione del cielo blu notte. Nessuno pensa di alzare lo sguardo verso il cielo, tanto sa che avrebbe una visione parziale, offuscata.  Molti bimbi ignorano l’esistenza di piante, di fiori dal profumo intenso, non conoscono quei fiori bianchi intensamente profumati che crescono su una pianta chiamata petto d’angelo. Non hanno mai visto un melograno o una pianta di fico. Non   hanno mai visto un ciliegio in fiore, un pesco a primavera. Non conoscono insetti, granchi,  cavallucci marini, ecc. magari li hanno sentiti nominare, li conoscono sui libri così  come vengono disegnati. Senza contare che alcune specie stanno letteralmente scomparendo come la tigre bianca, d cui rimangono pochissimi esemplari. Si tenta di proteggere queste specie in via di estinzione ma con scarsi risultati. Una lenta e progressiva erosione ci sta privando di specie particolari. Genitori amorevoli portano i bambini a vedere i delfini, nello zoo comunale, nelle campagne, nei roseti comunali  ma non basta. Bisognerebbe insegnare tutto della natura e soprattutto insegnare il rispetto.  Una persona dovrebbe conoscere le specie, essere esperta, individuare piante e fiori e sapere come vanno trattate. Viviamo invece nelle grandi città tra il cemento e l’asfalto ignorando il lavoro delle api, delle formiche, il volo di uno uccello raro, ignorando un mondo parallelo che pure esiste.

 

Ester Eroli

 

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