La rinascita e la diffusione del teatro nel mondo si deve soprattutto all’Italia.
In questa penisola infatti, così ricca di diverse etnie, usanze e dialetti, si gettarono le solide basi del teatro moderno, più o meno all’inizio del XVI secolo.
Si deve, in larga parte, all’ingegno e all’impegno di compagnie di girovaghi, costituite prevalentemente da comici, spesso improvvisati, ma dall’indubbio talento creativo, che a volte, senza essersi mai conosciuti prima, si riunivano spontaneamente, col solo scopo di divertire (divertendosi) l’occasionale pubblico, facendolo ridere a crepapelle.
Per raggiungere tale scopo, raccoglievano con sagacia e spirito d’osservazione gli spunti ilari della vita di tutti i giorni, attingendone i tipi più caratteristici, più strambi e pertanto più comici, da ogni paese, regione o nazione che allora componevano il mosaico politico dell’Italia, esasperandone i difetti, le manie, le fisime in maniera farsesca, rendendoli veri e propri burattini di dimensione umana.
Nacquero così le maschere italiane. I vari Arlecchino, Pulcinella, Pantalone, Colombina, Rosaura, Brighella etc. Girando per tutta l’Italia e l’Europa, spinsero la gente a uscire nuovamente dalle case per andare a divertirsi nei teatri. Il pubblico , abituato a vedere, tramite le gilde (corporazioni lavorative nate durante i secoli bui) solo sporadici spettacoli teatrali di argomento religioso, finalmente aveva la frequente opportunità di farsi le famose quattro risate.
Furono molte le compagnie italiane che si esibirono in tutta Europa con grande successo, gli Uniti, gli Accesi, i Fiorilli (Tiberio Fiorilli , in arte Scaramuccia fu il primo maestro del sommo Molière), e soprattutto i Gelosi.
E’ difficile trovare nel tempo, nello svolgere dei secoli, uno spettacolo così genuinamente teatrale come la commedia italiana , in seguito definita Commedia dell’Arte. Certo i testi erano leggeri, di poco spessore e di basso contenuto sociale, ma gli inerenti attori erano a dir poco formidabili; oltre a recitare sapevano danzare, cantare, suonare ed eseguire acrobazie. L’autentico e commovente impegno di questi guitti, seguito da uno strepitoso successo, fu un forte incentivo per gli scrittori e gli autori a comporre nuove opere teatrali.
Gli italiani portarono innovazioni rivoluzionarie nella tecnica e nell’allestimento dei teatri, crearono la sala curva, a ferro di cavallo, il palcoscenico a cornice e i fondali mobili, intercambiabili, con tanto di prospettiva che conferiva alle scene una sensazione di profondità e di tridimensionalità.
La Commedia dell’Arte ormai aveva reso il suo servigio alla cultura, poiché anche autori di livello internazionale dedicarono a questa forma d’arte la giusta attenzione, producendo opere memorabili che ancora oggi vengono interpretate e considerate classici.
Adriano Zara