Il Teatro Oggi

Il Teatro Oggi Il teatro al giorno d’oggi è ormai considerato, in tutto il mondo, come spettacolo per pubblico elitario, di cultura e di gusto mediamente superiore. La concorrenza di altre forme di spettacolo assai più popolari e diffuse, quali il cinema e la televisione, ha ristretto, ma sicuramente più qualificato, il pubblico teatrale. Tant’è vero che gl’inerenti attori, registi e autori, godono di maggior considerazione rispetto ai colleghi di analoghi generi di spettacolo. Ma il teatro, oggi, non è più in grado di competere o rivaleggiare con scene “computerizzate”, immagini virtuali, fantasmagorie ed effetti speciali tipici degli spettacoli su schermo, di conseguenza, è sempre più contraddistinto da allestimenti scenografici scarni e soprattutto simbolici che debbono ” suggerire” piuttosto che ricreare o copiare le realtà. Pertanto, la attuali sedi teatrali non necessitano più di tutte quelle scenografie di un tempo, con armamentari, quinte, fondali, controfondali, sipari e controsipari, ma sono concepiti e realizzati sempre più a scena centrale, col pubblico che assiede intorno a coloro che recitano, con ampia visibilità e possibilità di ” sentire l’alito” degli attori! Recitare dal vivo, però, richiede preparazione, professionalità ed impegno di maggior levatura rispetto ad analoga mansione effettuata davanti ad una macchina da ripresa, ma la soddisfazione che se ne ricava è, per l’attore, assai più gratificante benché non corredata da adeguata corresponsione economica. Solo i grandi attori, di buona notorietà, riescono ad avere adeguato introito economico proporzionato al notevole impegno profuso.


Bisogna altresì sottolineare un fenomeno che si sta verificando in questi due ultimi decenni: la proliferazione di compagnie amatoriali. Gruppi di attori, ossia, formatisi spontaneamente, dilettanti o semi-dilettanti, spesso con base tecnica approssimativa, corredati sì da scarsa professionalità, ma anche da tanta passione, entusiasmo ed impegno. Il sempre più crescente numero di compagnie amatoriali e professionistiche, nonchè di TV private e spot pubblicitari, ha comunque provocato una forte richiesta di attori e di personale recitante, che, a sua volta, ha causato il proliferare di scuole e corsi di recitazione. Anche nelle scuole, dalle elementari al Liceo, la materia” teatro” sta prendendo piede, così come l’abitudine alle rappresentazioni teatrali alla fine degli anni scolastici.

Ma è anche d’uopo rimarcare come da parte degli ” autori” non ci sia ancora una risposta adeguata alle nuove esigenze, sia quantitativamente sia, purtroppo, qualitativamente. Sì. testi nuovi ce ne sono, autori vecchi e nuovi si danno da fare ma…salvo rare eccezioni si può senz’altro affermare come la qualità degli attuali lavori proposti sia di buona mediocrità. Probabilmente perchè gli attuali commediografi, drammaturghi e sceneggiatori hanno un po’ perduto il vero senso del dramma, della commedia, della farsa e anche le rivisitazioni dei testi classici producono risultati discutibili che spesso si discostano troppo dalle filosofie e dalle poetiche originarie degli autori. Com’è noto, “il Teatro” è costituito da tre componenti fondamentali: autori, attori, spettatori. In questo momento, intendendo l’inizio del terzo millennio, gli attori tutto sommato ci sono, gli spettatori anche, peraltro crescenti, di ogni ceto e nazione, gli autori, invece non sono all’altezza della situazione. La speranza di chi ama questa splendida forma d’arte, così gratificante per chi la pratica e per chi ne usufruisce, nata nel segno delle ninfe Euterpe, Melpomene e Tersicore è che ci possa essere una svolta, una nuova ondata di scrittori che diano nuova linfa che si dedichino con più enfasi e spirito critico ai testi teatrali. Del resto spunti e argomentazioni del quotidiano ce ne sono a bizzeffe, basta aprire giornali e ascoltare tutto ciò che i media ci propongono, però gli autori hanno bisogno di essere più sollecitati e stimolati da iniziative di carattere culturale, e soprattutto supportati da una politica finanziaria che “debba promuovere” anzichè “mortificare” i talenti, perchè sono sicuro che ce ne siano eccome!…. Aspettano solo di essere valorizzati.

 

Adriano Zara

 

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