Il turismo dei rifiuti, una visione sull’Europa

Negli ultimi tempi l’Unione Europea ha sottolineato l’importanza di gestire l’intero processo dei rifiuti elaborando adeguate politiche nazionali. Ogni amministrazione, soprattutto, a livello locale dovrebbe pensare a ridurre la produzione di rifiuti, a smaltire le sostanze pericolose, ad occuparsi della raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti. Lo smaltimento dovrebbe prevedere il riciclaggio (ad esempio di carta, vetro), il riuso dei materiali di scarto, l’uso di certi materiali come fonte di energia, per la creazione di concimi. Naturalmente ogni governo locale dovrebbe ridurre l’impatto ambientale e sulla salute dei cittadini dei rifiuti. In Italia al nord sono molto diffusi gli inceneritori, i termovalorizzatori, gli impianti per la gassificazione, le discariche, il compostaggio domestico sia nelle città che in campagna. In teoria raccolta differenziata e porta a porta si sta diffondendo anche nel nostro paese. Nella pratica la raccolta dei rifiuti richiede oltre che organizzazione, grandi costi e spesso nel nostro paese subentrano le speculazioni. La Germania vanta i più grandi inceneritori d’Europa e inoltre sono anni che è impegnata nella gestione corretta dei rifiuti con una attenta politica. Anche i paesi in via di sviluppo si stanno impegnando in questo campo. La soluzione in Italia è stata quella di incrementare il turismo dei rifiuti. Molti nostri rifiuti andranno smaltiti all’estero, varcheranno i confini del nostro paese. Ci chiediamo come siamo scesi così in basso. Grandi società italiane vengono comprate da colossi esteri, segno evidente che siamo difronte a una erosione, a una rovinosa caduta. Eppure gli italiani hanno capacità, inventiva, forza di volontà, determinazione. Forse è un popolo un po’ indolente che ha bisogno di una scossa. Forse la crisi economica sveglierà in sonno pacifico di italiani dormienti.

 

Ester Eroli

 

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