Insensibili

I giovani, le nuove generazioni ci colpiscono per la loro disinvoltura, allegria, buon umore. Sono sempre pronti al divertimento, solleciti alla dolce vita. Perdono le staffe quando trovano ostacoli al loro divertimento. Non sembrano mai pensare al futuro, alla famiglia, alla carriera, pensano solo al momento presente. Il loro motto insulso è carpe diem. Non pensano mai all’avanzare degli anni, credono di essere sempre forti. La debolezza riguarda gli altri, i vecchi, che vengono pure derisi. Il loro modo di fare non è mai misurato. Vivono alla giornata. L’importante è avere il drink serale non importa come pagato, partecipare a feste in discoteca con gli occhi ardenti per alcol e droga. I giovani non pensano alla loro famiglia, ai nonni si addolciscono solo quando questi danno le mance, del resto hanno una vasta rete di amicizie che può sopperire a ogni mancanza di affetto. Se ne infischiano di quello che pensa la gente. Per loro è fondamentale passare la notte fuori casa, è prioritario. In tempi di pandemia girano uguale e dicono che tanto sono i vecchi a morire con una scrolla di spalle. L’obiettivo è quello di divertirsi. Non troviamo mai giovani obbedienti, sottomessi. Per loro è importante lo sballo sia pure uno sballo di risate. Nei giovani spesso non troviamo ambizione, ideali, fedi robuste, solo una noia mortale che li porta a gesti strani. Uccidono gli animali per noia, tirano sassi dai cavalcavia per noia.

Tuttavia ci sono giovani promettenti che agiscono nell’ombra, coetanei di gente diabolica che è pronta a deriderli in quanto appunto coetanei. I giovani perbene non hanno ammiratori, sono persone eccezionali che nessuno vede, considera. Sono fermi nei loro propositi, diligenti. Sono completi, ma non si trovano purtroppo dietro l’angolo. Stanno chiusi nel loro mondo timorosi di uscire allo scoperto. Sanno che il successo è difficile, lo hanno sperimentato sulla loro pelle. Questi giovani hanno raggiunto buoni livelli per quanto riguarda la stima di sé. Hanno dimostrato di essere responsabili e si sono rivelati infaticabili. Per loro ovviamente non c’’è nessuna ammirazione commovente, nessuna robusta stretta di mano. Molti nelle battaglie quotidiane si sentono   terribilmente soli. Si tengono in contatto solo fra di loro. I giovani   perbene che fanno del bene vivono in una specie di ghetto, isolati. Nessun giovane scapestrato vuole essere loro amico. Intorno si fa terra bruciata. Le loro idee tradizionali non convincono, non conquistano neppure certi anziani.

Allora certi giovani stentano ad ammettere di essere sensibili, si nascondono dietro una maschera cinica fatta di grinta e indifferenza.

I genitori, gli insegnanti dovrebbero indicare ai giovani gli esempi di gioventù virtuosa che sono presenti nella nostra società ma che non saltano agli occhi. Bisogna scovare le persone perbene e rispettarle e considerarle modelli positivi, non oggetto di velata derisione.

 

Ester Eroli

 

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