Invito alla prudenza

Invito alla prudenzaI giovani d’oggi, più di quelli del passato, sono mossi all’azione, dalla voglia di fare. Le passioni li spingono ad agire in fretta, le idee fisse li portano rapidamente su lidi lontani. Si concentrano solo su la realizzazione dei propri progetti, lamentandosi solo dei ritardi dovuti magari all’intervento del destino rapace. I giovani muoiono dalla voglia di imporsi, rifiutando consigli che giudicano seccanti. Non sopportano di essere ripresi. Le critiche al loro operato le considerano solo pericolose malignità. Inutile farli desistere, discutere con loro. Sono capaci di gesti rapidi, esaltanti, stimolanti, quasi folli. Lavorano con precisione, febbrilmente, di nascosto, e agiscono senza indugi. Non parlano mai dei loro progetti ufficialmente e se lo fanno sono vaghi o bugiardi. Non raccontano nulla nemmeno sotto giuramento. Di solito agiscono d’impulso spietati e decisi. Non nutrono mai sospetti, paure, rancori. Si sbarazzano degli ostacoli e si affrettano ad agire. Si risentono delle critiche, dei sgambetti del destino. Con espressione maliziosa criticano i genitori, che per loro sbagliano sempre. Non si accertano mai di quanto detto dai genitori, li escludono a priori. Si compiacciono solo delle loro idee. Molti giovani solo troppo tardi si rendono conto della gravità della situazione e si innervosiscono, cadono in depressione. Molti comportamenti dei giovani ci lasciano perplessi. Bisognerebbe imparare ad agire seguendo il motto latino festina lente, che lo scrittore Svetonio mette in bocca alla autorevole personalità dell’imperatore Augusto. Il motto suggerisce una linea di condotta precisa: affrettati lentamente. In sostanza si invita ad agire con circospezione, con cautela, lentamente. Rompere gli indugi ma valutando tutti i pro e i contro. Bisogna agire con ponderazione per avere successo, non energicamente, seguendo la fretta . Le decisione affrettate senza prudenza non sono mai perfette. Invece i giovani agiscono con forza, magari partono per un viaggio all’estero e vanno a visitare montagne elevate pur avendo seri problemi di salute. Insistono su una certa strada pur sapendo che è sbagliata. Seguono il cuore dimenticando la paura della prudenza. Ogni cosa viene presa troppo alla leggera. I giovani se hanno un problema, lasciano correre, non riflettono. Se poi capita qualcosa sono subito pronti ad accusare gli altri, a dare torto agli adulti . Spesso organizzano tour estenuanti nei locali senza pensare minimamente alle conseguenze, oppure lanciano le moto ad alta velocità. La loro sembra una visione alterata della realtà. Per negligenza, per imprudenza, molti giovani muoiono, si feriscono gravemente. L’invito alla prudenza i giovani l’accolgono con occhiate di traverso, lo considerano inutile. La loro natura è quella di correre, ma quando si corre troppo senza cervello si finisce per farsi dei lividi, per cadere. Il motto latino ha il merito di farci riflettere su alcune realtà della nostra società.

 

Ester Eroli

 

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