Ivano Petrazzi, vive ad Affile e discende da una originaria famiglia del luogo, un tempo gestiva il bar gatto del paese ora gestito dalla figlia Ilaria . Ivano ha avuto una esistenza singolare fatta di tracce, di segnali, di passaggi unici e importanti, una vita particolare come quella di molti artisti accomunati dall’amore per l’arte. Ivano predilige e apprezza tutte le manifestazioni artistiche tipiche degli animi più sensibili. Ivano come molti artisti è nato sotto il segno dei pesci, un segno zodiacale curioso, attento a tutte le sfumature dell’arte, intuitivo, amante dell’armonia. Ivano tuttora vive di fantasie, di memorie di cui troviamo tracce nelle sue opere scultoree. Ad ispirarlo è la sua intensa vita interiore.
La vita di Ivano è fatta di colpi di scena , di sorprese, di strane coincidenze, di date significative- E’ sposato da 24 anni con Ida, infermiera al Fatebenefratelli di Subiaco ed hanno quattro figli che hanno tutti nomi che iniziano con la i, Isaac, Igor, Iris e Ilaria. La vita di Ivano non è stata sempre facile, ha attraverso la sofferenza per intero che ha colpito il suo cuore. Il suo primo figlio è nato malformato ed è morto, ed è morto per caso nell’ospedale di Roma dove Ivano stesso era nato. Era come un segnale. Forse sarà proprio quel figlio ad ispirarlo, a renderlo vigoroso, cauto, preciso a proteggerlo come un angelo custode. Dopo tanto dolore le cose non potevano che mettersi bene. Ivano segue la sua attività commerciale, a intermittenza la sua passione per la musica. Il destino però era in agguato per aprirgli un altro scrigno dorato pieno di delizie nascoste. Un giorno per caso all’improvviso un caro amico restauratore e intagliatore lo invita ad aiutarlo nella sua bottega artigiana per finire di intagliare degli uccelli in alcuni comodini antichi che venivano restaurati conoscendo la sua abilità innata per il disegno. lui lavora a mano, metodico, scolpisce il legno vivo e accende il miracolo. Riproduce le fattezze degli uccelli in modo mirabile ed è promosso per svolgere altri lavori sopraffini commissionati. Poi anche autonomamente comincia a scolpire il legno di ulivo non seguendo tecniche studiate a tavolino e preordinate. Si lascia guidare dall’istinto e nascono capolavori che Ivano giudica normali, mediocri ma che la gente apprezza. Molti oggetti vengono regalati, altri venduti. Con mano libera usa il legno balza, il legno di ulivo, il legno di mare, la noce, la quercia. Nascono sculture di vario tipo e dimensione e di vario soggetto. Realizza busti, castelli, ritratti di persone, immagini di moto, di paesaggi. Lo ispira la natura e crea fiori, serpenti, uccelli oltre a bici, moto, ecc. Riceve varie proposte come quella di fare personaggi del presepe. Da uno sgabello del padre nasce un lavoro di fine intaglio. Certe volte non compra i classici scalpellini ma li forgia da solo per averli più robusti.
Come tutti gli artisti degni di questo nome attraversa nella sua vita un momento di crisi esistenziale, spirituale. Si ritira per sei giorni in un convento di suore dove viene ascoltato, risollevato. il ritiro spirituale giova alla sua tempra e raffina la sua arte. Per le suore realizza un cristo in legno dal volto che incanta per la sua intensità di espressione. Il cristo viene regalato al convento di suore, muto testimone della sua rinascita spirituale e artistica. Ivano è un artista che può dare ancora molto perché un artista non finisce con la sua epoca, travalica il suo tempo ed è in grado di bucare il futuro, di anticipare i tempi. Ivano come molti artisti colpisce per la sua umiltà. I grandi sono sempre persone umili, non conoscono l’arte di vantarsi e quella di offendere tipica dei nostri tempi. Un vero artista non ha gli occhi alteri, tipici dei perfidi, ma gli occhi umili e limpidi, sinceri come quelli di Ivano. Conoscere un artista da vicino è sempre una esperienza indimenticabile, perché gli artisti lasciano tracce nel tempo ma soprattutto nel cuore.
Ester Eroli