La beata Antonia

Nel quattrocento Antonia è una giovane donna promessa sposa. Dopo le nozze e la nascita di un figlio resta vedova prematuramente. Mentre i genitori vorrebbero spingerla a contrarre un altro matrimonio vantaggioso economicamente lei preferisce abbandonare il mondo e divenire terziaria francescana nella chiesa di sant’Onofrio a Firenze.

Successivamente diventa badessa a Foligno nel monastero di sant’Anna. Viene trasferita poi nella città di aquila nel monastero rigoroso di santa Elisabetta. Dedita alla contemplazione e al silenzio  vorrebbe aderire all’ordine delle clarisse.

Data la sua intesa vita spirituale entra in contatto con Giovanni da capestrano che la spinge a fondare proprio nel capoluogo abruzzese il monastero eucaristico di cui diviene badessa.

Molti giovani abruzzesi seguono il suo esempio ed entrano in convento. La sua fama di santa oltrepassa i confini dell’abruzzo per sconfinare nelle marche e nel centro Italia.

Antonia muore nel febbraio del 1472 in odore di santità. Per anni aveva convissuto con una piaga dolorosa che aveva nascosto alle sue consorelle.

Il caso straordinario è che i miracoli cominciarono anche prima della sua sepoltura, come si dice che molte anime si manifestino ai congiunti prima dello stesso funerale.

Antonia come santa Rita era stata una donna sposata segno evidente che non conta essere per forza celibi e nubili per divenire santi. La strada della santità è misteriosa e complessa. Il suo corpo incorrotto fu portato in un secondo momento a Paganica nella chiesa di santa Chiara visto che lei adorava le clarisse. Fu proclamata beata nel 1848 da Pio IX.

 

Ester Eroli

 

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