La camicia bruciata

La camicia bruciata è un romanzo di Anna Banti del 1973 sulla figura di due principesse Medici Si tratta di una biografia romanzata di Marguerite Louise D’Orleans cugina carnale di Luigi XIV di Francia data in sposa a Cosimo III Medici e di sua nuora, moglie del figlio Ferdinando, Violante. Per realizzare l’opera la scrittrice ha consultato gli archivi medicei e storici alla ricerca non solo di documenti ufficiali, circolari, ma di lettere private, atti di processi, persino biglietti d’amore, confessioni scritte e segrete lavorando poi di fantasia, supponendo stati d’animo e emozioni. La principessa Marguerite, che ha suscitato la curiosità della Banti, dai documenti appare una donna giovanissima, bella, inquieta, ambiziosa, capricciosa, con la smania di comandare, poco ubbidiente e passiva, parassita, vanitosa, ribelle, amante del potere da cui si crede protetta, prepotente, saccente. Viene definita in molti scritti corrotta, impavida, lasciva, capace di scandali e malefatte. In verità la scrittrice la stima lei è stata inasprita dalle rigidezza dei Medici che non l’hanno compresa ma rinchiusa  prima nella reggia poi in convento francese, dove era ritornata. Si tratta di una donna infelice, che ama un suo cugino ma che non può sposare essendo promessa a Cosimo che prende informazioni su di lei e la tratta con gelido distacco come fosse un oggetto. Lei è solo una macchina per fare figli e eredi. Cosimo è un inetto che scarica la colpa agli altri dei suoi fallimenti. L’opinione della moglie non conta, lei deve solo recitare come in un teatro la parte della conserte e portare il corredo e la dote. Marguerite accumula molte ambizioni deluse e la sua vivacità sfrenata trova sfogo in vagabondaggi e fughe. le convenienze sociali la snervano, le serve la tartassano. Ad attirarla sono solo il miraggio di fama e ricchezza perché pensa che i Medici siano ricchi. Poi li scopre ottusi e maligni. lei è avida d’amore, vorrebbe essere conquistata dalla passione, sogna di far parlare di sé. nel regno dei medici scopre solo avidità, interessi, inganni. Non sopporta il suo ruolo, la sua parte. Non sopporta lo sfarzo della corte mentre la gente è in miseria. nella sua stanza prega, piange. Ama però il lusso e si sente trascinata velocemente verso una serie di incombenze pesanti e inutili. Comincia a divenire stizzosa, perfida, nervosa, la sua loquacità diventa mordace. Si sente pressata dai parenti, costretta a fare cose che non vuole. Comincia a dare segni di impazienza, di stanchezza. Rifiuta il protocollo di corte, in definitiva non si sente amata, accolta è solo una straniera dai costumi diversi e troppo moderni. Non sopporta i pettegolezzi, i balli di corte vorrebbe uscire all’aperto ma lo proibiscono. Viene controllata, seguita, i suoi gesti raccontati male interpretati. La accusano di essere svampita, pazza. Lei non riesce a farsi ascoltare, a dar voce ai propri bisogni,  a far valere le proprie ragioni. la ignorano ribaltando le sue verità. E’ trattata come un pezzo di antiquariato. E’ costretta a seguire assurde cerimonie come quelle della camicia che deve indossare di notte in quanto promessa sposa che invece brucia nel caminetto. Si annoia, tutto pesa come le vesti che è costretta ad indossare. il suo umore cambia sempre. Vorrebbe gioia, allegria come si addice alla sua giovane età. Al mare non si può bagnare, non può fare cose che altre donne del popolo fanno tranquillamente. l’etichetta non consente certi atteggiamenti, certe amicizie. Cosimo non ama i divertimenti, gli spettacoli e la costringe a una vita grama. L’atto coniugale lo considera un dovere non un piacere, la mortifica, la irrita e lei sente spesso il bisogno insano di vendicarsi. l’indifferenza e il disprezzo la annientano. lui non la desidera, non fa i complimenti alla sua bellezza conturbante. Cosimo è debole, insicuro, banale, non la considera, non si confida con lei. Alla principessa consorte proibiscono di scrivere alla madre, ai parenti, controllano la sua corrispondenza. Molte dame la considerano ribelle e mormorano al suo passaggio. si sente oppressa, la corte non fa che sottolineare solo i suoi difetti morali e fisici.  La religione la disgusta con la diffusione di false reliquie, non trova pace neppure in chiesa dove girano mendicanti e frati malati. Con il tempo ormai esaurita comincia a non curare più la sua persona, la salute, a progettare una fuga repentina. Cosimo esige ogni giorno un resoconto della sua condotta e la fa spiare. i nobili la ignorano, le ricche dame la snobbano. Ogni suo gesto è esaminato, soppesato. Viene guardata a vista come una carcerata, le sue conversazioni anche banali spiate. Si sente perseguitata. non può dire neppure il rosario in cappella. la privano persino della villeggiatura. Dopo la nascita dei tre figli lei si sente spossata, può vederli solo quando è stato stabilito. Lei non è responsabile della loro educazione. diventa irascibile, litiga con tutti per quella pena che si porta dentro. il figlio Ferdinando è altezzoso, distante, la figlia Anna Ludovica è forte, simile al padre, quasi crudele, bruttina, l’ultimo figlio vive isolato, relegato fra le sue manie e collezioni. le serve la maltrattano, la insultano, la guardano con occhi cattivi. Detesta il clima del luogo, rimpiange la sua patria dove poteva avere tutte le amicizie che voleva ora deve mantenere le distanze. Non può parlare con la gente del popolo. Non può scegliere nulla. diventa tetra, impaziente, noiosa. niente la diverte neppure la spinetta. il suo è un dolore intimo, una lenta degradazione spirituale. Gioca nei giochi di corte che l’annoiano e non vuole perdere. le serve la spiano dietro la porta, non può nemmeno parlare sola, viene tutto riferito. Viene rimproverata. il figlio non risponde neppure alle sue lettere. si ammala, quella vita le appare un castigo. si risveglia in lei una frenesia caritatevole che è solo uno sfogo. E’ solo orgoglio ferito, vanità repressa. si occupa di malati, di moribondi. Viene controllata pure nel cibo non può mangiare quello che vuole. il vino e il pepe sono proibiti come altre pietanze. le serve al suo seguito vengono cambiate spesso cosi lei non può farsele amiche. La sua vita diventa solitaria. La accusano di essere impudica, lussuriosa, altera, debole. Sua figlia è fredda, non la stima, non la ammira, non passa il tempo con lei. il marito non le parla, non le chiede consiglio, le rinfaccia errori . le sue spese sono controllate, giudicate. lei ha perso la spensieratezza, la libertà. Non riesce a perdonare le offese, a obbedire. il figlio fa una vita dissipata, gioca, beve e lei non può intervenire. La serenità e la libertà non la ottiene con la ribellione, i vincoli sociali lo impediscono. Allora si ritira in un convento in Francia, in esilio, dove neppure il figlio la cercherà. Al figlio non importa il dissenso dei genitori, vuole solo divertirsi. Nella sua vita da monaca diventa chiusa, tetra, insonne. segue le funzioni, si circonda di simboli religiosi. Di lei a corte scompaiono pure i ritratti. Il riscatto viene dalla figlia Anna Ludovica che dopo essere rimasta vedova e dopo la morte del fratello governerà audacemente e dalla nuora Violante, una tedesca forte, dal portamento nobile, che spera nei meriti delle sue virtù, che sopporta, capisce, intuisce, saggia e discreta. Il marito la stima ma non la ama ma  lei non se ne cura, va avanti nella sua missione. E’ una donna umile, serena, non crudele. supera le invidie e le gelosie della corte. Ostinata e impavida procede per la sua strada anche quando scopre di non potere avere figli. Prende il potere anche della città di Siena dove i sudditi la stimano e la rimpiangono. Riscatta la suocera facendo una messa in suo suffragio e riabilitandola. Amministra la cosa pubblica con disinvoltura e cerca documenti che discolpano la suocera tanto criticata,  non era trasgressiva era solo una vittima come lei del gioco politico. Alla cerimonia di suffragio per la suocera alcune lacrime tradirono la sua proverbiale fermezza. il capriccioso Ferdinando non la considera ma lei prosegue imperterrita, trascurando la corte con i suoi vuoti riti e pettegolezzi, competizioni. La forza d’animo, la dignità la allontanano e distraggono dalla tristezza. Non vuole essere compatita ma amata dai sudditi  e fa quello che si aspettano da lei. lei cammina a testa alta, sa che una donna può governare come un uomo. l’affetto mancato lo trova nel suo popolo. Violante era come Marguerite una principessa sorridente, generosa che il potere aveva corrotto e distrutto. Violante non si era fatta intimidire dalla rigidità della sua epoca.

 

Ester Eroli

 

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