La camorra e l’antiracket di Daniele Di Florio e Tano Grasso

La camorra e l’antiracket di Daniele Di Florio e Tano GrassoVincitore del Premio letterario Elsa Morante 2012, per l’impegno civile, è il libro pubblicato dalla Felici Editore, realizzato da Daniele Di Florio e Tano Grasso dal titolo “La camorra e l’antiracket”. Un libro di attualità che descrive in modo leggero il fenomeno della mafia come fatto sociale, libro che va letto con spirito critico. Il tema scottante è stato scritto dal sindaco di Ercolano Daniele in collaborazione con il comandante dei carabinieri Di Florio. Sono uomini di fegato che quando operano si passano sempre una mano sulla coscienza. Il contrasto alle organizzazioni criminali è stata da sempre una battaglia civile. In un luogo come Ercolano, dove predominano le cosche, bisogna operare agendo sul territorio. Daniele nel testo parte dalla propria testimonianza, dalla sua esperienza di lavoro per focalizzare l’attenzione sulla necessità di coinvolgere maggiormente le istituzioni e i cittadini e le città tutte. Sul campo lui si è dedicato maggiormente alla lotta al pizzo e ai clan mafiosi. Ercolano era, per il suo stesso retaggio culturale, il centro scelto da agguerriti clan, che si davano battaglia anche nelle strade. Il numero dei morti ammazzati dalla mafia era notevole. Ercolano forniva i killer anche ad altri centri campani. Ercolano era teatro di gravi violenze. Grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine sono stati compiuti molti arresti. Ma è stato notevole il contributo del sindaco e degli stessi cittadini. In questo sistema di disvalori, ricco solo di simboli mafiosi, non era facile avere la solidarietà dei cittadini, reclutati spesso dalla mafia con il miraggio della ricchezza facile. La mafia attecchisce approfittando proprio della sfiducia dei cittadini. Bisogna riportare i cittadini dalla parte dello stato. Il cittadino non deve però sentirsi solo, abbandonato . Lo scopo delle istituzioni dovrebbe essere principalmente quello di togliere patrimonio ai clan anche con sequestri clamorosi. Le associazioni antiusura e antiracket sono fondamentali. Il cittadino non può combattere eroicamente da solo. I sindaci stessi devono partecipare attivamente. Con le associazioni si esce dalla angoscia della solitudine, anche partendo dal basso e coinvolgendo oratori, parrocchie, scuole. Ad Ercolano la conseguenza dell’impegno e della fiducia costante è stato un buon risultato nella lotta alla mafia di più lunga durata. Lo scopo del libro è quello di mostrare l’utilità delle associazioni, a cui devono prendere parte tutti gli enti locali che toccano con mano il fenomeno in questione e i cittadini sensibili e dotati del senso civico di appartenenza al territorio. E’ necessario allargare l’area dei soggetti coinvolti Con il tempo il clima mafioso si può stemperare come è accaduto appunto a Ercolano, dove la mentalità mafiosa imperava sovrana ed accadevano crimini e fatti sconcertanti . Un tempo a Ercolano i boss erano altezzosi, avevano uno sguardo duro, reso forte dal traffico di stupefacenti. Nel libro si racconta il clima che si viveva ad Ercolano e quello che solitamente avveniva nella realtà: camorristi che percorrevano in moto le strade del centro con i mitra ben visibili per mostrare a tutti la propria forza, sposi che si facevano fotografare nel giorno delle nozze accanto a un cadavere ucciso dalla mafia in strada, figlie disperate che si gettavano sul corpo dei padri uccisi macchiandosi di sangue, strade deserte subito dopo il tramonto come se ci fosse il coprifuoco, clan che si dividevano il territorio a suon di sparatorie e uccisioni, comportamenti tipici della ideologia mafiosa, ville sorte in poco tempo con i proventi della criminalità, ecc. Commercianti, artigiani, imprenditori si sono opposti denunciando alle autorità il pagamento del pizzo. In questo modo sono stati arrestati mafiosi di interi quartieri. Tutti i sindaci dovrebbero giocare di sponda con i carabinieri sul campo sollecitando le reazioni della comunità e costituendosi parte civile nel processi di mafia. I giovani sindaci d’Italia si sono mostrati più attivi nei tentativi di far crescere il loro territorio . In Italia ben 800 sindaci sono sotto i trenta anni. La sfida è notevole se si pensa che la mafia tende a uccidere chi si oppone al loro potere. I sindaci dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale fino in fondo, prendere l’iniziativa . L’importante è intervenire a monte del problema in modo omogeno , anche se alcune regioni italiane conoscono poco il fenomeno mafioso in quanto non radicato nel loro territorio. Bisognerebbe partire dai municipi, dai quartieri, imparare ad ascoltare la gente. In certi casi infatti non basta l’intervento dell’esercito per arginare la criminalità locale. Il tema dovrebbe essere approfondito anche dai media. In questo libro l’esempio di Ercolano dovrebbe essere indicativo.

 

Ester Eroli

 

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