Nei quartieri di Roma è determinante sicuramente la presenza di una chiesa. Roma è da sempre considerata la capitale della cristianità. La chiesa rappresenta un punto di incontro per socializzare. In chiesa si va per aiutare, per formarsi e non solo per pregare. La parrocchia deve essere gestita in modo ordinato e non è sempre facile. La chiesa di san Leone nel quartiere Prenestino-labicano è una chiesa costruita abbastanza di recente. Il progetto iniziale fu realizzato dall’architetto Giuseppe Zander negli anni cinquanta, quando la città di Roma ebbe un diffuso sviluppo urbanistico. Erano gli anni del dopoguerra, anni di ricostruzioni, di speranze. La chiesa fu ufficialmente inaugurata il 7 Ottobre 1952. E’ stata visitata anche dal papa Giovanni Paolo. E’ una chiesa classica a tre navate, con un colonnato di cemento, un rosone, un organo a canne che risale al 1954, mosaici e vetrate. All’interno troviamo tutte opere contemporanee risalenti al novecento, di autori moderni. In questa chiesa quello che colpisce l’occhio è l’organizzazione. Si realizzano costantemente pesche di beneficenza, spettacoli teatrali nel teatro ristrutturato, incontri fra famiglie per la gesta della famiglia, gite fuori porta, viaggi all’estero magari sul cammino di Campostela, raccolte fondi, aiuti alle famiglie bisognose, aiuti per le missioni, incontri con vescovi, festa del patrono, gare e giochi per i più piccoli, sostegno agli anziani e disabili . A carnevale si organizzano piccole feste per i bambini. I piccoli imparano a stare insieme, a conoscere gli anziani e le famiglie del quartiere, a divertirsi in modo sano e corretto, a rispettare gli altri, ad aiutare la gente in difficoltà. E’ di certo un esempio positivo di gestione. In altre chiese invece magari non ci sono attività, incontri e questo è uno svantaggio. I quartieri hanno necessità di un punto di incontro per combattere la noia e la solitudine del nostro tempo.
Ester Eroli