La cultura sul posto di lavoro

Il mondo del lavoro è sempre più complesso, accadono sempre cose fuori dell’ordinario che ci fanno arrossire di rabbia  . Ci sono situazioni critiche. Ci sono persone che fanno lavori per cui non sono vocati e si sentonocome imprigionati. Ci sono quelli preparati culturalmente che nessuno vede, il loro sapere non conta, non serve. Studiare sui libri, leggere sembra tempo perduto. La cultura non piace, quasi scandalizza.

Di solito trovano un varco aperto i raccomandati che si cimentano in nuovi lavori sicuri di avere le spalle coperte. Entrano di soppiatto, in punta di piedi poi diventano importanti. Loro soli sono tentati di fare carriera, gli altri restano indietro, dimenticati.

Negli ultimi tempi è un classico vedere come certi dirigenti, politici si circondano prettamente di gente insignificante, incompetente che fa solo pasticci. Gente volgare, pasticciona, testarda, fannullona, pigra. Spesso arrogante, presuntuosa, fiera. La cultura viene cestinata in vantaggio di persone ignoranti che intendono solo il dio denaro. I ragazzi timidi, colti, onesti non vengono considerati. Si accettano solo vigliacchi e maleducati.

I dirigenti, i politici dovrebbero imparare a circondarsi di persone valide pur raccomandate ma per lo meno capaci e precise. In caso contrario  il lavoro verrà svolto in modo sbagliato. Spesso è un danno di immagine per le aziende, per i capi.

Bisogna accettare solo gente abile, preparata.

 

Ester Eroli

 

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