La lista dei desideri

10 gennaio 2011.

E’ passato l’epifania, tirandosi dietro le festività come suo solito, ed é passata anche l’ultima domenica di relax prima di prendere la triste via del ritorno al lavoro.

E’ passata anche, come ogni anno, la tenacia di attenersi ad un foglietto di carta, scritto nel fervore degli sgoccioli del 2010 (con un sentore di alcool quantomeno sospetto).

Il foglietto in questione é “la lista” delle cose da fare e soprattutto da non fare più con l’inizio del nuovo anno.

Si va dal tracciare una scansione completa delle proprie azioni (nefaste e non) per far fronte, col nuovo che avanza, alle proprie inadeguatezze, e si finisce con il tappare con lesta mano l’amico di turno che bicchiere in mano propone il brindisi “nel 2011 niente più [inserire oggetto da eliminare] e molto più [inserire oggetto dei desideri]”.

Spesso ci inchiniamo alle più minime frasi scaramantiche tipo: quello che si fa a capodanno  si ripropone tutto l’anno – 365 giorni a vivere nel terrore di cadere per le scale come quel fatidico ultimo giorno di bagordi –

Sono promesse da marinaio che tendiamo a farci.

In pochi hanno realmente la forza di volontà per portare a termine obbiettivi troppo spesso superiori alle nostre forze.

Sarà che la novità di un anno intero davanti, la pagina bianca da scrivere con i più sfrontati progetti, ci esalta al punto tale da ottenebrare la logica.

Fissiamo mete molto impegnative che potrebbero pure essere fattibili ma presuppongono uno sforzo di tempo, denaro e perseveranza che poche volte mettiamo in conto.

Ci sono vari livelli di scoramento portati dalla famosa lista.

C’é chi si arrende subito, anzi, la compila sapendo già che sarà disattesa allo scoccare del minuto successivo alla mezzanotte. Sono i realisti.

C’é chi, come chi vi scrive, la accartoccia allo scadere delle festività ma non la getta; la lista la tiene lì, sempre a portata di mano, i suoi impegni comunque fissati in testa, per poter all’occorrenza tracciare una bella linea sull’adempimento che porta il frutto.

C’é poi un ultimo individuo che si ostina, si affanna, si dispera e si tende perché ogni punto della lista sia spuntato prima della fine dell’anno (diciamolo una volta per tutte; é impossibile).

Ora mi chiedo – dall’alto dell’appartenenza alla seconda fascia di individui – cosa spinge questi poveri diavoli a stressarsi a questa maniera?

Non é difficile immaginarlo.

Pretendere il controllo delle nostre vite é lecito, e auspicabile, ma anche assolutamente impraticabile.

Una quantità di imprevisti, congiunture astrali incontrollabili e semplici scivoloni fanno deviare la retta via che ognuno di noi traccia, a occhio, di fronte a se.

Se vogliamo, e se un minimo crediamo a qualcosa di superiore, é anche questo aspetto che da sale alla vita.

In fondo un’avventura si può definire incontrollabile, esagerata, imprevedibile.

Il resto é piattume e scarso mordente.

Noi ci appelliamo alla lista dei desideri di fine anno per portare ad un livello superiore la nostra quotidianità.

Allora accartocciamolo il foglietto e gettiamolo nel fuoco. Apriamoci alla vita. Giorno dopo giorno. Progettando, si, ma senza sparare in cielo.

Che tanto le sorprese stanno già lì, belle e pronte, alcune inconsciamente già ce le aspettiamo – le abbiamo seminate noi stessi molto tempo prima, con il sacrificio e gli sforzi fatti – altre ci aspettano perché abbiamo saputo procedere per la strada che é giusta per noi, senza cedere e senza deviare.

Più che una lista servirebbe una bussola per tenere la rotta.

 

Simone Gentile

 

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