La moda delle sette e i problemi di socializzazione

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Negli ultimi tempi si sta diffondendo in molte nazioni la moda di aderire a particolari sette, associazioni religiose o filosofiche, che vengono prese molto sul serio. Molti seguono anche gruppi non religiosi, ma solo dottrinali. Ci sono vari tipi di associazioni e sette. Alcune si occupano addirittura di magia, spiritismo, astrologia, esoterismo, metafisica. Di solito sono state fondate da un leader carismatico e hanno sempre dei capi che impongono miti e credenze. Molte sette vedono aumentare gli adepti e con il tempo si consolidano. I culti particolari avvengono in luoghi specifici. I seguaci si riuniscono insieme, pregano, si scambiano opinioni, creano legami affettivi solidi, seguono stessi stili di vita. In alcuni casi i riti si sono trasformati in riti di massa, alcune sette sono arrivate al suicidio collettivo, all’autolesionismo, alla pressione psicologica, all’isteria collettiva, a forme di persecuzione. Molte sette sono nate dalla commistione con varie dottrine e credi, riciclando vecchie teorie, anche orientali. Molte sette hanno finito per esercitare un enorme controllo sugli affiliati anche perché hanno dimostrato essi stessi di gradire di venir controllati e seguiti. Molti hanno fatto persino giuramenti solenni prima di entrare nelle grazie della setta. Molte sette si sono rivelate oneste altre meno, alcune si sono mostrate complicate. Attualmente si assiste al proliferare di questi gruppi. Nel tempo molte si sono arricchite di storie edificanti. I seguaci spesso assumono strani comportamenti, che lasciano a desiderare, che mettono paura. Il proliferare di queste sette dipende dalla solitudine a cui ci costringe la società. Da una parte ci sono i parenti che chiamano solo due volte l’anno per Natale e Pasqua, se chiamano, dall’altra c’è l’affetto e il sostegno di un intero gruppo omogeneo. La setta diventa un prolungamento della propria famiglia, un punto di ritrovo, un rifugio. Alcuni si attaccano alla setta quasi per farla pagare ai parenti indifferenti. Del resto quando si sceglie la setta non c’è mai un parente che invita alla prudenza, che sconsiglia, che crea ostacoli. Aderire alla setta anche se poco cristallina significa uscire dalla solitudine esistenziale, congedarsi dal mondo dei parenti egoisti per vivere momenti piacevoli in compagnia di altri essere umani che condividono lo stesso credo. Rappresenta una rivincita verso l’indifferenza familiare e sociale, verso i parenti e amici freddi e distaccati. Per risolvere il problema si dovrebbero creare appositi luoghi di incontro per socializzare in ogni quartiere, contrada, paese, frazione, cittadina. Luoghi dove si può dialogare, vedere film, ascoltare musica ma in modo collettivo non individuale. Il mondo con il suo egoismo ha svuotato le coscienze, ridotto l’uomo a robot, rovinato i rapporti umani. Ci vuole un luogo di ritrovo che dia calore, che ricordi la strada di casa. Se ci fosse un punto di riferimento nessuno andrebbe fuori dai binari facendo scelte spesso irragionevoli. Della perdita di certe persone siamo tutti un po’ colpevoli.

 

Ester Eroli

 

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