La moderna globalizzazione: pro e contro di un fenomeno dell’epoca contemporanea

La moderna globalizzazione: pro e contro di un fenomeno dell’epoca contemporaneaLa globalizzazione influenza la società nel suo complesso nell’ ambito economico, tecnico, scientifico, culturale e sociale. Essa provoca così una complessiva omogeneizzazione, comportando l’eliminazione delle diversità e delle differenze tra le persone. I comportamenti a livello globale si possono evincere anche nella semplice pubblicità o nelle diverse catene di fast-food o marchi conosciuti a livello globale: Mc Donald’s, Coca-Cola, Nike, Disney, per citare alcuni esempi tra tutti.
Lo sviluppo della scienza e della tecnologia ha portato, inoltre, all’eliminazione delle distanze: basta osservare il fenomeno della diffusione di internet; questo mezzo di comunicazione ha raggiunto ogni punto della terra, permettendoci così, tra le tante cose, anche di dialogare e mantenere un contatto diretto, persino con persone distanti migliaia di kilometri.
La trasmissione dell’informazione diviene ogni giorno più rapida; non esistono più le enormi distanze che dividevano la gente come succedeva decine e decine di anni fa. Oggi è possibile raggiungere qualsiasi posto, anche il più lontano, in tempi relativamente brevi o comunque accettabili. Ecco che si sviluppano sempre più collegamenti autostradali, nuovi trafori montani , aerei superveloci e treni ad alta o ad altissima velocità (Freccia Rossa, Freccia Bianca.. ecc).
Per quanto riguarda il capitolo della “ cultura” si può dire che da un lato, con lo sviluppo dei Mass Media, si è avuto e si sta avendo un progressivo diffondersi della cultura e della conoscenza. Dall’altro lato, tuttavia, anche la cultura si può dire che stia diventando sempre più “ omogeneizzata” e l’informazione trasmessa è sempre più manipolata dai grandi mezzi di comunicazione. In quest’ottica diventa necessario attingere all’informazione da canali trasmissivi differenti, in modo da poter avere una differenziazione e unire le diverse parti di una verità in modo da ottenerne una sola e riuscire a farsi un’ idea propria.
L’omogeneizzazione non è però un processo positivo in tutte le sue parti, perché certamente nasconde un’arma a doppio taglio: infatti, se d’un verso riesce ad unire popoli, culture e l’informazioni, dall’altro può portare anch’essa ad un pericolo evidente: l’eliminazione dei confini e di conseguenza delle Nazioni. Ciò significa l’estinzione delle identità nazionali, delle tradizioni e della cultura propria di uno Stato. L’omogeneizzazione, inoltre, può portare ad un collasso dei legami culturali e sociali nelle comunità, distruggendo anche il significato stesso di cultura. La diversità culturale non ha semplicemente un inestimabile valore in sé ma, come riflesso della potenzialità umana, essa costituisce anche uno strumento fondamentale di resistenza. Per questo motivo l’omogeneizzazione culturale è stata anche un furbo mezzo di controllo “ centrale” fin dai tempi del colonialismo.
Ai nostri giorni i Mass Media e la cultura consumistica delle Multinazionali, sono gli artefici principali dell’omogeneizzazione delle diversità culturali.  Il controllo sulla cultura dovrebbe forse essere sottratto dalle mani dei poteri economici e restituito alle comunità, perché purtroppo, fin troppo spesso, l’uomo è interessato solo al raggiungimento del potere.
La distruzione dei confini, come processo derivato da un’ omogeneizzazione rapida e senza controllo,  è un fenomeno che si può constatare guardando la situazione europea. Per far fronte alle necessità economiche è sta creata l’Unione Europea, con l’intento preciso di unire popolazioni diverse. Sono state eliminate le dogane e ciò offre la possibilità di viaggiare senza difficoltà all’interno dell’Unione. Inoltre, passo sicuramente importante, è stata introdotta la moneta unica europea: l’Euro. In ultimo, è stato creato un parlamento europeo. Elencando questi piccoli ma significativi passi in avanti, si può notare l’intento evidente che sta alla base di tutte le scelte messe in atto: quello di unificare milioni di persone fino a poco tempo prima divise dai rispettivi confini nazionali, da differenti culture, da contingenze politiche e storiche o dalle diverse tradizioni.
Anche se per quanto riguarda l’Europa nuovi problemi si sono posti al centro dell’attenzione pubblica: gran pare dell’Europa è decisamente filoamericana e vede di buon occhio, ad esempio, come garanzia della propria sicurezza la Nato, mentre non ha alcuna fiducia nelle capacità di intervento dell’Onu. Molto probabilmente questo è dovuto anche ad un po’ di confusione che prende corpo nel momento in cui ci si chiede seriamente a che cosa serva un’Europa unita e allargata oppure quando si tenta di capire come funzionino le istituzioni di Bruxelles che appaiono ai molti complicate e lontane. Ci si chiede in particolar modo quando l’Europa potrà, vorrà e saprà diventare una potenza diplomatica a livello mondiale, capace di contrapporsi (in via del tutto pacifica, lo si intende) agli Stati Uniti d’America. Ma di questo si vedrà.
Quello che sta accadendo in Europa, comunque, è possibile che in un tempo astratto possa diffondersi anche nel resto del mondo, portando alla formazione di un unico grande Stato: la Terra. Chissà che cosa potrà comportare una simile evoluzione. Utopia lontana? Chissà, forse un giorno qualcuno lo potrà testimoniare. Del resto pure l’Idea di un’Italia Unita sembrava un qualcosa di irrealizzabile ad inizio ottocento: poi è arrivato Garibaldi.

 

Lampugnani Federica

 

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