La regola del silenzio, di ideali e scelte

La regola del silenzio, di ideali e sceltePer il suo ritorno come regista e interprete, Robert Redford sceglie di riflettere sul movimento dei diritti civili tra gli anni Sessanta e Settanta, quel movimento che voleva cambiare il mondo, in maniera anche radicale e con gesti estremi, e che oggi si trova a dover fare i conti con un mondo dove diritti e libertà continuano ad essere calpestati e violati, come ricorda l’unica membro del gruppo che non è mai venuta meno alle sue battaglie, a qualsiasi costo.

Con il ritmo di un thriller ma anche di una ricerca di sé, di un’innocenza che ha fatto nascondere per decenni un presunto colpevole e un giovane e ambizioso giornalista che vuole scoprire la verità, costi quel che costi, La regola del silenzio porta nei meandri della società americana di oggi, tra professionisti e casalinghe che possono nascondere segreti mai svelati, istituzioni sempre più sorde ai bisogni degli individui, volontà alla fine di fare i conti con il passato.

Se il movimento Weather Underground, impegnato a protestare contro la guerra del Vietnam e contro le aggressioni nei campus agli studenti (problemi che tornano), non si macchiò mai di vere violenze contro le persone come per esempio le radicalizzazioni italiane degli stessi anni delle Brigate Rosse e di Prima Linea, fu visto comunque come qualcosa di sovversivo da reprimere dagli apparati statali d’oltreoceano, e molti dei suoi membri cercarono poi di proseguire altrove e in altro modo le loro battaglie.

Alla fine però La regola del silenzio è una storia di scelte, di scelte umane, per se stessi e gli altri, che ogni protagonista ha fatto e fa nel corso della storia. La scelta di Sharon, ex radicale anche coinvolta in fatti violenti come uno dei pochi omicidi commessi durante una rapina andata male, che per anni ha vissuto come casalinga e madre di famiglia, ma che decide di consegnarsi pagando comunque per degli ideali che non rinnega, ma anche la scelta di Jim, il protagonista Redford, che come avvocato e sotto falso nome ha portato comunque avanti le sue battaglie per la giustizia sociale aiutando i più deboli ma che ora vuole riabilitarsi per il bene dell’unica sua figlia che è riuscito a crescere. C’è la scelta di Mimi, radicale per sempre, con gli occhi della contestatrice da sempre e bellissima Julie Christie (l’indimenticabile Lara del Dottor Zivago), a costo di negarsi la possibilità di una vita e di affetti normali, ma che alla fine capirà che non può fuggire in eterno da una vita fagocitata dai suoi stessi ideali, ma anche la scelta di Jed (l’ottimo attore televisivo Richard Jenkins) ora professore di storia per creare ideali nei più giovani, di Donal (Nick Nolte), fabbricante di legname ai confini con la legge e pieno di rimpianti. Senza dimenticare la scelta del giovane giornalista precario ma ambizioso Ben Shepard, che l’ormai affermato anche se giovanissimo Shia LaBeouf rende tanto simile ai giornalisti Redford e Hoffman in Tutti gli uomini del presidente, che dovrà capire fin dove bisogna arrivare tra dovere di cronaca e ricerca della verità per non distruggere vite, equilibri e felicità.

Un film sull’oggi e sul ieri, sul come venire a patti con passato e ideali senza tradirli ma nemmeno senza farsi accecare dai medesimi, e su come comunque oggi certi discorsi che si facevano qualche decennio fa non sono soltanto non superati ma ancora più attuali, in un mondo dominato dalla globalizzazione al quale la vecchia volpe Redford non risparmia critiche e stoccate.

E quelle che ormai sono vecchie glorie del cinema indipendente e impegnato, da Redford alla Sarandon passando per la Christie, nella vita ancora oggi una hippie che vive quando non è impegnata al cinema facendo marmellate e coltivando biologico nella campagna inglese, vogliono proprio alla fine far riflettere su ideali e su cosa si è fatto di giusto e sbagliato in un mondo dove ci sarebbe ancora bisogno di riprendere battaglie, magari in maniera diversa, magari in maniera più intelligente, come dice l’ormai matura Sharon al giovane Ben, affascinato da quegli anni e quei volti così lontani dal suo quotidiano al punto di addentrarsi in quelle storie, scoprendo forse qualcosa in più su se stesso e su cosa vuole essere.

Elena Romanello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.