La scelta di un mestiere

In Italia la formazione è affidata alla scuola, che sembra non rispondere più alle esigenze di una società in continua crescita, in perpetuo movimento. La scuola impartisce nozioni tralasciando spesso la pratica. Manca nella nostra scuola una attenta selezione degli alunni. Alla fine si crea questa enorme massa di allievi tutti uguali che vanno ad ingrossare le fila, già sature, delle matricole universitarie. Tutti sembrano adatti a fare l’università e tutti fanno l’università. I talenti non vengono individuati, le inclinazioni naturali non vengono considerate, le passioni non vengono assecondate. Ci sono alunni vistosamente portati per il disegno che vengono lasciati a loro stessi, non individuati e che finiscono, non trovando un lavoro adeguato, a fare gli infermieri, i meccanici, gli avvocati. Persone costrette a fare un mestiere che non amano solo perché non hanno trovato altro sulla piazza. Si fanno mille concorsi e poi come alla roulette, il primo lavoro che esce si accetta per paura di restare al palo. Persone che hanno uno spiccato talento musicale non vengono considerati. La scuola non segnala le persone di talento, non individua le vocazioni, non si accorge dell’istinto che caratterizza un alunno. Ogni alunno ha delle doti che andrebbero sfruttate. Ci sono persone portate per la matematica, per le scienze, potenziali ricercatori che finiscono per fare i tassisti, le guide turistiche. Nessuno sembra stare al posto giusto. Persone che scrivono bene e che in teoria potrebbero lavorare in un giornale, in una rivista vengono abbandonati e lasciati soli. Donne amanti dei bambini che potrebbero lavorare in un asilo sono costrette a fare altro. Magari all’asilo viene assunta una donna bisbetica che maltratta i bambini, come è accaduto spesso. La scuola inoltre non rivaluta i mestieri come il falegname, il calzolaio ecc e quindi con il tempo non troveremo più un idraulico, un tecnico per le nostre esigenze quotidiane. Viene prediletto il lavoro intellettuale e tutti si spingono in quella direzione pur non avendo i requisiti richiesti. Si creano masse enormi di impiegati, di statali tutti uguali che svolgono lavori di routine senza fantasia, senza passione. Il mestiere che facciamo invece dovrebbe appassionarci, illuminarci l’anima. Nel lavoro dovremo dare il meglio di noi. Riusciamo a dare molto solo se coinvolti in un lavoro che ci piace. In altri casi bisogna accontentarsi della mediocrità.

 

Ester Eroli

 

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