La storia del foulard

La parola fulard viene dal provenzale foulat e dal verbo francese che né è derivato foular che significa follare, svolazzare. Nacque sicuramente intorno al mille avanti cristo in Oriente e nei territori cinesi. In Europa fece la sua comparsa nel II secolo dopo Cristo, come ornamento e copricapo dei soldati che lo usavano per proteggersi in battaglia e per mostrare di appartenere a un gruppo o  a un reggimento essendo di colori diversi.

Successivamente fu usato dalle contadine e dalle mondine per proteggersi dal sole e per andare in chiesa alle funzioni  e quindi fu legato a uno specifico status sociale . Nel settecento era considerato un capo elegante per coprire spalle e scollature, veniva usato intorno al collo come decorazione. Venivano realizzati fulard di velo personalizzati. Alcuni erano ricoperti di frasi pedagogiche e satiriche. Nell’ottocento questo ornamento perse importanza per riprendere piede negli anni trenta del novecento e negli anni cinquanta grazie a star del cinema e attrici che usarono fulard di seta di lusso in svariarti modelli come ornamento e accessorio. Salvator Dalì stesso li usava a fiori e di vari colori e dimensioni. In Francia le case di moda famose lo lanciano spesso come ornamento in seta, cotone, lana, come copricapo e nel taschino della giacca.

Negli ultimi tempi sono aumentati i modelli in fantasia e sono accompagnati da occhiali da sole. Ai nostri giorni le signore lo usano poco, mentre le ragazze lo usano come cintura o top. A partire dal 2011 è divenuto un accessorio della moda maschile. Di solito quelli per uomo sono resistenti e sottoposti a un processo di lavorazione complesso. Molti fualrd per uomo sono con disegni di candeline, fragole, fiori di campo  che si addirebbero meglio a una donna. Capita poi che alcune donne anziane e di mezza età che portano tale accessorio vengono derise  e tacciate di essere antiquate. Per fortuna ci sono ancora degli ammiratori fedeli  di questo accessorio che lo adorano e lo ostentano in mezzo alla gente , che si accontentano di portarlo con gli occhi pieni di luce e non guardano le occhiatacce dei passanti che si considerano superiori con la loro aria furba e beffarda.

 

Ester Eroli

 

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