La storia della marsala

Nella lotta al virus molti indicano la necessità di usare alcuni prodotti come la cioccolata, il radicchio, il marsala, per rafforzare le difese immunitarie. il marsala è un vino liquoroso prodotto in Sicilia. Ad esportarlo nel mondo fu nel settecento un commerciante inglese approdato a Marsala che gustò il vino prodotto in botti di legno di rovere e rinvecchiato. studiò i metodi di invecchiamento e decise di prendere dei barili  e portarli in patria. Aggiunse però della acquavite di vino per conservare il vino per il viaggio e per aumentare la gradazione alcolica. Conservò il metodo siciliano di rabboccare le botti vecchie con vino nuovo in aggiunta. Tornò poi in Sicilia per avviare delle fabbriche dopo il successo del vino in patria.

Nell’ottocento a impadronirsi di tutta la produzione, dopo aver iniziato da solo, fu Vincenzo Florio di origini calabresi che si era stabilizzato a Palermo. Fondò delle cantine che assorbirono pure quelle inglesi. Florio divenne il primo produttore con numerose fabbriche locali. Successivamente fu la cinzano ad occuparsi della produzione.

La produzione ebbe una stasi durante la prima guerra mondiale per la voglia di produrre a basso costo non rispettando la qualità. Ora il prodotto doc ha un consorzio di tutela. Esistono vati tipi di marsala a seconda del vitigno. Esiste il marsala vergine che è fatto di uva bianca, e quello conciato che usa etanolo e mosto cotto, il marsala superiore che ha due anni di invecchiamento.

Il marsala può essere oro, che usa uva bianca e mosto cotto, ambra e rubino quest’ultimo usa uva nera mista a bianca senza mosto cotto. Inoltre può essere dolce, secco e semisecco.

 

Ester Eroli

 

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