La tristezza dei mercatini

In tempo di crisi rifioriscono un po’ ovunque i mercatini dell’usato. In ogni città d’Italia se ne trovano molti e di vario tipo. Anche all’estero è possibile trovare simili empori dell’usato. In questi ritrovi si può trovare di tutto dalla pelliccia, al divano, dal libro, alla cristalliera, dal cappello, alla ceramica. In molti di questi mercatini abbondano soprattutto gli oggetti di ceramica ossia tazze, bicchieri, vassoi ecc. Esistono intere sezioni dedicate a oggetti per la casa come soprammobili, tazze da tè, fruttiere, zuccheriere. Tutti passeggiano tra le fila interminabili di questi oggetti, anche esteticamente gradevoli, ma nessuno li acquista o li guarda. Come se ci fosse una repulsione nei confronti di tazze dorate, caffettiere e bicchieri di cristallo. Spesso coloro che si disfano di questi oggetti non lo fanno solo per una questione economica, ma anche perché non ci tengono ad avere oggetti definiti inutili. Eppure magari sono ricordi di famiglia, tazzine azzurre cinesi usate in occasione di battesimi, comunioni fatti in famiglia. Gli acquirenti dal conto loro preferiscono comprare libri, oggetti di legno, abiti, utensili. Esiste un totale rifiuto per questi oggetti ornamentali. La nostra vita frenetica ci avvicina solo ad oggetti pratici, poco costosi, facili da maneggiare magari in plastica. Preferiamo, specie in cucina, oggetti molto leggeri e di facile uso. A tutto questo si aggiunge che preferiamo andare al ristorante piuttosto che invitare sempre i nostri amici a cena. Gli incontri in casa si diradano per una questione di tempo, per mancanza di spazio, gli appartamenti sono sempre più angusti. Non dobbiamo poi dimenticarci che i divorzi hanno favorito la fine di certi comportamenti, di certe tradizioni. Una volta che la famiglia si è sfasciata non serve continuare a conservare tazzine e bicchierini e regali di nozze. Non si prova più nostalgia per le coppe della nonna, per il vassoio della zia. Questi oggetti sono divenuti insignificanti. Quello che conta è il denaro liquido, contante che si può ricavare dalla vendite di queste cose. Denaro da spendere poi in viaggi e CD. Siccome però tutti hanno le stesse esigenze e le stesse mentalità, gli oggetti giacciono tristemente sugli scaffali, muti testimoni di un tempo che fu. Alcuni di questi oggetti sono veramente graziosi, ma tutti passano oltre visto che sono fragili, destinati a rompersi se non si trattano con delicatezza. Se vogliano rivedere un servizio da tè in uso dobbiamo guadare solo vecchi film in bianco e nero.

Ester Eroli

 

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