Le origini meridionali di Antonio Vivaldi

Le origini meridionali di Antonio Vivaldi

Quanti sapevano che il compositore e musicista veneziano d’adozione Antonio Lucio Vivaldi avesse gocce di sangue meridionale? In pochi, molto probabilmente; eppure è proprio così. Anzi, per parte di madre, ovvero grazie a quella frazione d’albero genealogico che arriva direttamente alla mamma dell’artista, del musico delle Stagioni, le origini di Vivaldi sono più esattamente lucane. Ovvero madre Camilla era figlia d’un sarto pomaricano: Pomarico è situata in provincia di Matera (la città dei Sassi, per chi ne avesse persino bisogno). Antonio L. Vivaldi, infatti, nato in quel di Venezia nel 1678, il giorno – come è noto – di un potente terremoto, era figlio al “sartor” bresciano trasferitosi a Venezia Giovanni Battista (1665 – 1736), giunto a Venezia per fare il barbiere e violinista, e appunto Calicchio Camilla: “nata da un sarto di Pomarico che da alcuni anni esercitava la professione in laguna”. Vivaldi era il primogenito di una famiglia di nove figli. “Primogenito della famiglia – ricorda l’enciclopedia virtuale più famosa – , Antonio Vivaldi nacque venerdì 4 marzo 1678 a Venezia. In quel giorno vi fu un grosso terremoto proprio nel Veneto. Gli fu impartito un battesimo provvisorio a casa, poiché era in gravi condizioni di salute, da parte di Margherita Veronese, la sua levatrice e balia; tali problemi di salute Vivaldi li porterà avanti per tutta la vita, probabilmente correlati a ciò che lui stesso definirà strettezza di petto, forse asma bronchiale; sarà ufficialmente battezzato il 6 maggio, due mesi dopo, nella chiesa di San Giovanni in Bragora non lontano dall’abitazione dei Vivaldi, alla Ca’ Salomon nel sestiere Castello, uno dei sei quartieri veneziani”. Grazie a suo padre, per Antonio Vivaldi si aprirono le porte della musica. Il suo talento si manifestava. La prima apparizione in pubblico come violinista, però, arriverà nel 1696 presso la Basilica di San Marco per le funzioni natalizie, mentre stava andando verso la strada degli ordini minori e fino al diaconato; nel 1703 fu ordinato sacerdote. Le notizie sul Vivaldi e sui Vivaldi, soprattutto rispetto alle origini che possiamo dire geografiche della famiglia non sempre sono attendibili o riscontrate. Ma uno dei dati acquisiti in merito ancora alla biografia del musicista è proprio quello riguardante l’origine della mamma di Antonio. Ma, detto ciò, non possiamo tralasciare gli effetti positivi che la riscoperta di queste origini basilische del Vivaldi hanno portato, in special modo, appunto, sul terreno della piccina culla pomaricana. Insomma è da un paio d’anni, ovvero da quando è nato addirittura un Comitato che si occupare di organizzare, essenzialmente, il Pomarico Vivaldi Festival. Con puntate, diverse, fuori i confini regionali. Ma, in special modo, anche fuori i confini nazionali. Le prime ricerche sulla biografia del maestro sono datate 1963. Cioè quando lo studioso Emil Paul rese pubblico il suo lavoro, a Bruxelles. Inoltre, va ricordato, è di questo da tempo ha persino cominciato a occuparsene il Comitato pomaricano guidato da Antonio Bonavista, il maestro Antonio Vivaldi lasciò un’imponente mole di composizioni custodite in pezzi diversi di tutto il mondo. Da Dresda a Bologna. Fino a Torino, Parigi ecc. E pensare che da Pomarico si cominciò seriamente a lavorare, diciamo a ricordare, solamente dal 268° anniversario della morte di Vivaldi. Cosa è cambiato nella percezione delle opere di Vivaldi? Nulla. Eppure qualcosa è cambiato nel sentire e leggere la figura del maestro. Che il compositore, insomma, non può più essere, se questo realmente qualcuno lo avesse mai fatto, ricondotto solamente al Nord. E, magari, il Vivaldi potrebbe esser persino stato influenzato nelle sue creazioni da quel sangue meridionale che in qualche misura gli scorreva nelle vene di genio. Forse, comunque, rimane semplicemente una questione di curiosità esaudita. Al di là degli effetti benefici.

 

Nunzio Festa

 

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