Le radici dell’egoismo nel declino della scuola

Le radici dell’egoismo nel declino della scuolaLa scuola dovrebbe essere un luogo di alta formazione. Troppo tardi ci siamo resi conto, senza alcun senso di colpa, che essa non da alcuna soddisfazione, annoia i ragazzi, da false illusioni, non stimola la curiosità. A tutto questo si aggiunge gli istituti fatiscenti per mancanza di fondi, la rotazione continua degli insegnanti, la mancanza di personale, di strumenti operativi, la presenza di strutture antiquate.

La scuola procede a tentoni, sottotono. I ragazzi vanno a scuola con le facce tirate, odiano alzarsi presto per quell’incombenza. Gli insegnanti sono esasperati. Vengono buttati magari soldi per questioni futili dimenticando l’essenziale. La scuola manca di coerenza, di fermezza. La fotografia scattata è quella di una scuola in declino, di una società in declino, prossima al collasso. Le previsioni per il futuro non sono rosee. Tuttavia tutti si piegano alla realtà, mentre il tempo scorre inutilmente. Nel momento in cui un insegnante è entrato in sintonia con la classe viene allontanato in altra destinazione. Eppure bisognerebbe riprovare a far funzionare la scuola.

Certo i rampolli di buona famiglia vanno nei collegi privati dove c’è il giusto equilibrio fra tradizione e innovazione, dove la formazione è ottima, dove si cura la preparazione, anche quella sportiva. Si fanno gare obbligatorie, incontri di tennis e nuoto. I genitori ovviamente sono orgogliosi del rendimento scolastico dei loro figli. La scuola pubblica invece soffre di un male incurabile. Bisognerebbe ispirarsi ai comportamenti precedenti, escludendo ovviamente le punizioni. Prendere esempio dai vecchi modelli non è male, non significa aggrapparsi a vecchi fantasmi. In passato l’insegnante delle elementari era una soltanto e si aveva per cinque anni. Si insegnava meglio l’educazione civica, il rispetto degli altri, della natura, il patriottismo con la lettura delle opere del risorgimento. Ora alcuni giovani intervistati non sanno chi era Cavour. Instillando i valori si dovrebbero migliorare i rapporti interpersonali, il rispetto dell’ambiente. Invece troviamo banchi rovinati con i temperini e le bombolette spray, insegnanti che lasciano vagare gli alunni liberamente per la classe secondo moderni metodi educativi.

La scuola dovrebbe insegnare il rispetto per gli altri, per la religione, per il diverso e invece i diversi sono offesi e malmenati. A scuola si dovrebbe apprendere il metodo di studio, la capacità di resistenza alla sofferenza. Invece molte scuole sono luogo di umiliazioni e scontri, anche generazionali. A scuola nascono egoismi, superstizioni, mancanze di rispetto.

Nelle scuole crescono i particolarismi, gli egoismi sani che poi arrivano ad avvelenare la società. Chi sporca il banco poi finisce per rompere la statua nel parco in un crescendo di atti vandalici. Tutti noi invece vorremo avere il ricordo di una scuola che insegni i valori compreso quello dell’onestà. Invece c’è ancora chi ruba nello zaino del vicino come niente fosse, tanto nessuno lo punisce.

 

Ester Eroli

 

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