Licenziamenti online

Negli ultimi tempi va sempre più di moda comunicare sui social. Sui social si apprendono nozioni, si scambiano ricette, opinioni. Sui social si lascia il proprio compagno/a senza batter ciglio, come fosse una cosa normale. Si rende pubblico un fatto personale  a tutto scapito della privacy. In certi casi fioccano i giudizi e i pregiudizi degli altri., si scatenano i commenti, le polemiche.  La società è mutata in modo profondo, anomalo. Su internet sembra che ognuno ha il coraggio di esprimere le proprie idee magari fuori dal coro. Paradossalmente ognuno abbandona la timidezza, la sostenutezza per dare in pasto al mondo il proprio universo privato. Ognuno mostra il coraggio di dire le proprie gioie le proprie sconfitte che in caso contrario non si direbbero  a nessuno. Si assistono a spettacoli che fanno ridere. Ragazze lasciate senza una parola, con un semplice messaggio su  internet. In certi siti si scoprono persone maligne, tremendamente curiose e pronte a fare a pezzi la nostra personalità. Disgustati assistiamo a tutta una serie di stranezze, indignati scopriamo al pc frodi, ladrocini, raggiri a cui ci si può opporre relativamente. Farsi valere sul web è difficile come mostrarsi seri. Non si può andare controcorrente.

Prima i datori di lavoro risolvevano i conflitti interni, per coscienza andavano incontro alle esigenze del lavoratore sapendo che era tragico e terribile vivere senza lavoro. I bisticci si risolvevano, i datori erano comprensivi.

Ora praticamente assistiamo a un susseguirsi di tragedie. Molte società hanno preso l’abitudine di licenziare online, per evitare repliche, discussioni de visu. I dipendenti sono stati sorpresi dall’annuncio. Spesso il licenziamento è accompagnato da frasi lapidarie, da scarse spiegazioni sul motivo. In passato si licenziava in casi gravi come violazione del segreto professionale, furto, appropriazione indebita, corruzione. Ora la situazione è divenuta più difficile, si licenzia per futili motivi o perché magari l’azienda mira a trasferirsi all’estero. Dopo anni di duro lavoro un dipendente si ritrova al lastrico. I proprietari delle fabbriche, specie negli usa, sono i più spietati. Questa tragica follia è improntata all’assenza di dialogo e ha dato vita a vicende allucinanti. Interi comparti, gruppi di lavoro, dipartimenti hanno avuto la sfortuna di essere licenziati online, sul sito della azienda o direttamente in posta elettronica. Il licenziamento online per l’azienda forse è indolore visto che non ci sono parole dette a voce, sono squallide righe di commiato senza tante cerimonie. Con freddezza sono stati licenziati molti che avevano un posto fisso e non avevamo fatto nulla di male.

Questa maledetta usanza, che sta prendendo sempre più piede, dovrebbe finire. Si dovrebbe imparare ad essere più comprensivi, più gentili. Chi viene licenziato è un essere umano che a una cattiva notizia avuta a bruciapelo può anche sentirsi male o aspirare al suicidio. Le cattive notizie andrebbero dette piano, con calma. Siamo tornati evidentemente al regno dei barbari dove tutto era lecito. I licenziati non possono dopo neppure chiedere, informarsi, le loro ricerche sono messe a tacere.  

 

Ester Eroli

 

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