Lotte quotidiane

Lotte quotidianeOgni giorno si può dire che lottiamo per farci rispettare in famiglia, sul posto di lavoro, sui mezzi pubblici, nella malattia, dal medico. Ci impegniamo con forza per esigere un minimo di rispetto. Il controllo spesso lo manteniamo con sforzo, sempre sul punto di esplodere. In certi momenti rimaniamo in silenzio, senza parole, tacere ci sembra la scelta migliore, oppure rispondiamo con voce atona alle provocazioni. Spesso siamo sospettosi, sconcertati, imprechiamo, andiamo su tutte le furie, ingoiamo bocconi amari. Davanti alle offese restiamo increduli, ma tendiamo a mantenere una calma incredibile. Evitiamo la rabbia, l’ansia, il ricorso al sarcasmo. Eretti e dignitosi ascoltiamo le bordate degli altri, senza sciupare l’atmosfera creata. Cerchiamo di non farci coinvolgere e di proteggere la nostra reputazione. Ci mostriamo attenti, gentili e comprensivi anche davanti a una critica antipatica. Spesso mostriamo il nostro senso dell’umorismo, per sdrammatizzare. Molte donne mondane, ipocrite hanno un comportamento con noi insidioso e indecifrabile, ma noi ci mostriamo incredibilmente superiori. Continuiamo la nostra vita spinti da una forza quasi mistica. Puntiamo all’essenza delle cose, ignorando la sensazione di fastidio. Scegliamo la nostra vita che non può essere svolta a imitazione di quella altrui. Le bordate delle donne, le frasi piccanti degli uomini per niente complici, ci appaiono insignificanti, incomplete. Le loro ossessioni non possono e non devono essere le nostre. Spesso constatiamo solo un atteggiamento maleducato che prima o poi perdoniamo. Però il nostro cuore trabocca di dolore, viene preso da un senso di allontanamento totale, di insofferenza quando alcune persone, specialmente donne, si mostrano perfide persino nella morte. Si fingono contrite ma poi sembrano godere della nostra afflizione. Davanti alla nostra commozione si mostrano insensibili. Ci fanno le condoglianze cordiali con uno slancio di entusiasmo come se stessero a una festa. Mentre noi raccontiamo nei dettagli la tragedia, il lutto che ci ha colpiti loro sono tutte intente a scrutare come siamo vestite, come se fosse importante qualche straccio davanti all’abisso della perdita della vita di un nostro caro. Continuano la recita, fanno insinuazioni, lanciano messaggi ambigui e arrivano persino a mostrarsi contente. Alcune si atteggiano, mostrano i loro anelli, i loro gioielli come se a noi in quel frangente importasse di tutto l’oro del mondo. Questo atteggiamento ci indispone è come un pugno allo stomaco. Nei giorni successivi evitiamo questi arpie che si gloriano del male degli altri mentre la morte prepara un posto anche per loro. Non si rendono conto che la vita scorre pure per loro, che pensano solo a stupidaggini. Con le parole tuttavia lacerano la nostra anima affranta. Insofferenti, stanchi rallentiamo i rapporti, poi ci discostiamo completamente. Ci sembra urgente rompere i rapporti. Ci rendiamo conto di avere a che fare con gente senza cuore, con gente che balla mentre gli altri muoiono. Sono persone talmente aride che non fanno una lacrima nemmeno quando la morte colpisce loro. Avremo voluto una forma diversa di amicizia, ma siamo rassegnati. In fondo bisogna aspettare il prossimo turno.

 

Ester Eroli

 

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