Lutto

Nel mondo moderno ognuno pensa solo al proprio territorio, per non avere noie, per essere libero. Ognuno trascura il dialogo con gli altri. Molti non rispondono neppure al saluto anche se spesso si insiste. Non si acconsente facilmente a far entrare un estraneo nella propria casa, nel proprio cuore. Gli altri che vogliono entrare nel nostro mondo sono giudicati invadenti, capi di una cospirazione contro di noi. Rendiamo la vita difficile a che vuole entrare nella nostra vita, nella nostra anima. Gestiamo solo le amicizie che ci sono utili, di cui ci fidiamo ciecamente e in via definitiva. Gli altri li guardiamo torvo e bruciamo i loro tentativi di approccio miseramente. Alle nostre feste invitiamo solo una cerchia ristretta.

Nonostante tutte queste distanze, tutti questi paletti si trova sempre il tempo, il momento per convincere   a deporre il lutto le persone colpite da alcune morti in famiglia e tra gli amici. Secondo un piano prestabilito nessuno deve indossare il colore nero  e piangere a singhiozzi. Piangono i deboli, si vestono di nero i folli. Nessuno ci guarda in faccia, ci presta attenzione ma se portiamo il lutto veniamo notati subiti e rimproverati. Ci arriva subito il messaggio negativo di rifiuto. Ci si lamenta perché il lutto è un cattivo esempio specie per i giovanissimi. Il lutto è sinonimo di decadenza, morte, stanchezza, abbandono. Apparire a un funerale vestiti di nero da disgusto, non viene considerata una forma di rispetto per il defunto. Tutti sono disposti a criticare persino i membri della famiglia colpita dalla disgrazia.

Allora ci troviamo di fronte a scene allucinanti, con funerali dove tutti portano fiori rossi e abiti sgargianti degni di un ricevimento, di una serata in discoteca. Le donne vestite di nero per la morte del marito sono merce rara. Prima era una abitudine radicata. I tempi sono cambiati e tutti sono accomunati dal ripudio del lutto.

Eppure il lutto era una forma di rispetto, costringeva gli altri a portarci rispetto almeno nei giorni e nei mesi successivi. Nessuno si sognava di fare uno sgarbo, uno scherzo a una persona in nero.

Ora nessuno educa i figli al lutto, neppure quelli cresciuti con i nonni,  anzi non vengono nemmeno portati nei funerali. Devono crescere al riparo da ogni male. Per i figli solo balli, canti divertimenti. Un giorno quando non ci si potrà più divertire molti giovani impazziranno per il dolore impreparati al male . La colpa è forse di una educazione protettiva.

 

Ester Eroli

 

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