Manuali per l’infanzia

Molti neogenitori, insicuri e pieni  di dubbi,  sono soliti comprare, ancora prima del parto, manuali completi  di istruzione e guide pratiche per l’infanzia  e la gravidanza e lo sviluppo infantile , facili da consultare  realizzati da esperti professionisti autorevoli che offrono spunti  e suggerimenti, indicazioni fondamentali e metodi di crescita, consigli per la soluzione di problemi . Sono testi corredati da fotografie e immagini,  da esempi concreti, spesso in un linguaggio semplice, che si vendono anche online.

Gli argomenti affrontati sono molti: l’allattamento naturale o artificiale, il sonno, il bagno del neonato, le vaccinazioni, la crescita emotiva, l’alimentazione, l’igiene, il linguaggio del neonato, le relazioni con gli altri, gli abiti, le uscite, le fasi psicologiche, lo sviluppo motorio, la scuola, l’autonomia, l’inappetenza, persino i litigi, i movimenti del corpo, i diversi tipi di pianto, la ginnastica del corpo, i messaggi. I manuali forniscono nozioni di pronto soccorso, di gestione dei gemelli  e dei nati prematuri, indirizzi utili. Di solito arrivano fino ai tre anni di età. I genitori si accaniscono nella cura dei bambini, diventano ossessivi, sanno tutto e vogliono sapere tutto, leggono di tutto, e si concentrano solo sul loro figlio.

Poi una volta passato lo svezzamento ritornano al loro lavoro, alla loro carriera, ai loro impegni. Allora il metodo seguito è un altro. Finisce lo stupore, l’ammirazione e subentra l’irritazione per le notti insonni, per le situazioni difficili. Il padre comincia ad arrivare tardi con la scusa del lavoro che lo assorbe, ad essere frettoloso . La madre torna ad ammirarsi allo specchio e ad avere voglia di dimagrire e a essere seccata dei pianti del bambino. Ci si lamenta della mancanza di spazio in casa, del clima soffocante, della moglie troppo grassa e del marito brontolone. L’allegria iniziale si è spenta, si è esaurita. Ogni cosa è una perdita di tempo.

Mano mano che cresce il figlio nascono e si sviluppano dissapori, si è pronti a scattare nervosi. In successione aumentano i silenzi, le assenze, le manifestazioni di intolleranza. I toni in famiglia sono ambigui, accesi.

A un certo punto in famiglia, a tavola non si parla più. C’e come un blocco che impedisce la comunicazione. Tutto è opaco. l’interesse iniziale per il linguaggio del bambino si è perso. Il bambino dice parolacce ma nessuno lo educa. Si arriva a un silenzio assordante, opaco. All’inizio si consultavano libri, si vedevano immagini  e fotografie, dopo non c’è più tempo nemmeno per vedere le ultime foto scattate al ragazzino. Ognuno ottusamente è preso nel gorgo della sua vita, del suo lavoro da cui si stacca a fatica. il bambino all’inizio era un passatempo, si poteva spupazzare, abbracciare poi ha perso la sua importanza nel momento in cui ha cominciato a parlare, a camminare autonomamente. All’inizio si è seguito tutto precisamente poi è subentrata la noia, la stanchezza della routine. La cosa più agghiacciante è quel silenzio indifferente in casa, durante i pasti come se non si avesse più niente da dire. Dopo la festa, gli applausi, i fuochi d’artificio il silenzio freddo. Si dovrebbe continuare a dialogare con i figli, non lasciarli soli davanti a un pc solo perché sono svezzati.

 

Ester Eroli

 

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